Il “tetrapak” si può riciclare ma a Trieste nessuno lo sa
Tutto quello che avreste voluto sapere sulla raccolta differenziata, ma non avete mai osato chiedere. Il tetrapak, per esempio. A Trieste i cartoni poliaccoppiati (carta + plastica + alluminio, usati soprattutto come contenitori di latte, succhi di frutta) sono riciclabili da sempre nei contenitori della carta, ma nessuno la sa. Basta sciacquarli, schiacciarli e togliere l’eventuale tappo di plastica. Elementare. Ma nessuno o quasi lo fa. E così finiscono nell’inceritore assieme al resto del rifiuto indifferenziato. Il Comune ha deciso di correre ai ripari e ha in programma in questi giorni un’iniziativa con le scuole. Tra breve, inoltre, dovrebbe partire la campagna informativa sulle regole della raccolta differenziata. Un depliant arriverà in tutte le famiglie triestina con tutte le istruzione per l’uso. E le sorprese non mancheranno. Un esempio? I medicinali scaduti vanno nei rifiuti non riciclabili. Le pile scariche e le batterie dei telefonini invece, vanno nei contenitori dedicati. Nei contenitori della plastica vanno conferiti bottiglie e flaconi di plastica, sacchetti, vaschette alimenti anche in polistirolo. Non vanno, però, attenzione, inseriti giocattoli, piatti, bicchieri, cd, custodie e altri oggetti in plastica. Nelle campane per il vetro non vanno introdotti oggetti in ceramica per non rovinare un intero carico, rendendo impossibili le operazioni di riciclo». Nei cassonetti della carta non vanno conferite la carta unta di grassi e oli, salviette e fazzoletti, carta oleata o plastificata. E fin qui tutto bene. Tra le cose da non conferire appare anche questa: “non depositare gli imballaggi all’esterno dei cassonetti”. Un errore di stampa. Ma anche un monito rivolto ai commercianti.
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