Il tesoro di Aquileia inguaia un ex sindaco

CERVIGNANO. L’ex sindaco di Cervignano Alcide Severino Gratton, indagato per ricettazione, assieme ad Arianna Simionato (dopo la rapina del 3 giugno, alla Cassa di Risparmio del Fvg, all’interno delle loro cassette di sicurezza sono stati trovati alcuni reperti archeologici) respinge ogni accusa. Sostiene che tutti i reperti sono stati ereditati e respinge le accuse.
«Tutto il contenuto era stato inventariato nel 1986 – afferma Gratton, difeso dall’avvocato cervignanese Diego Modesti -. Parte dei reperti archeologici che mi sono stati attribuiti non mi appartengono. Gli oggetti, dopo la rapina, erano sparsi sul pavimento. Asce, pugnali e spade non erano roba mia e neppure della signora Arianna, con la quale ho parlato più volte. Mi sarebbe piaciuto partecipare alla conferenza stampa organizzata dai carabinieri e dalla Soprintendenza per poter dare la mia versione ma ho trovato il Museo chiuso. Mi si vuole far passare per ricettatore e, invece, sono innocente. Come ho detto, il materiale era sparso a terra, lo può testimoniare il personale della banca. Erano state svuotate tante cassette di sicurezza dai malviventi. Come fanno a dire che era tutta roba di nostra proprietà?».
Gratton, che peraltro fa parte del Gruppo Archeologico Aquileiese, è un fiume in piena. «Va bene che bisogna sopportare tutto, come Gesù Cristo, ma intendo chiarire alcuni aspetti. Tra le altre cose, faccio parte del Gruppo Archeologico Aquileiese e tutta questa vicenda nuoce non poco alla mia reputazione.
Dopo la rapina mi sono recato da un orefice per fare una stima degli oggetti che avevo nella cassetta, alcune corniole e qualche moneta (costo di circa 100 euro l’una). Mi è stato detto che il valore archeologico era pari a circa 5 mila euro. Ripeto: asce, pugnali, lance e altro non erano roba mia. Evidentemente appartengono ad altre persone. Le indagini, a questo punto, non dovrebbero fermarsi. Gli inquirenti facciano in modo di capire a chi appartengono. Vadano a casa degli altri titolari delle cassette di sicurezza e non solo da me e dalla signora Arianna. A casa mia hanno trovato solo un’anfora in terracotta, regalata da mio fratello. Mi è stata sequestrata anche quella».
«La migliore conclusione per un’indagine di questo tipo – ha dichiarato il comandante del Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale, Giuseppe Marseglia -. I rapinatori hanno tralasciato, per ignoranza, questi reperti che, sul mercato clandestino, hanno un valore molto alto. Si tratta di depredazioni fatte sul territorio nel corso di decenni».
Il colonnello Roberto Del Piano, comandante provinciale dei carabinieri, ha aggiunto: «Il recupero e il sequestro hanno permesso non solo di restituire alla cittadinanza un patrimonio culturale di inestimabile valore ma anche di evitare l’immissione dei reperti nel circuito clandestino».
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