Il “tesoro” del Lloyd si svela alla città
TRIESTE Conservato per anni in spazi semi-segreti, dentro container climatizzati, in parte rimasto nei palazzi della compagnia, il cosiddetto archivio del Lloyd si svela finalmente alla città, con l’attesa mostra “Il Lloyd di Trieste” che sarà allestita nella Centrale idrodinamica in Porto vecchio e inaugurata il 25 marzo. Quest’anno ricorrono infatti i 180 dalla nascita della compagnia. In questi giorni il Comune sta ultimando la procedura per individuare l’impresa che realizzerà gli spazi espositivi, secondo il progetto commissionato alla Thalia sas, cioè al noto storico navale Maurizio Eliseo, curatore generale della mostra, e all’architetto Nicolò Capus. In carichi specifici per due sezioni della rassegna sono stati affidati agli storici Giulio Mellinato e Sergio Vatta. Il tutto coordinato da Nicola Bressi, direttore dei civici museo scientifici.
Va detto subito che sarà una rassegna con allestimenti di livello internazionale, come raramente si vedono, con effetti speciali, suoni e rumori per ricreare certe atmosfere, e una buona dose di schermi tv sui quali scorreranno documenti e immagini.
Diverse e accattivanti le sezioni, che si aprono con la fondazione della compagnia, nata nel 1836 dalla necessità di disporre di informazioni economiche e commerciali, sul modello di quanto anni prima, a Londra, fece Mr. Edward Lloyd creando un punto d’incontro e di informazioni per gli operatori marittimi.
Il Lloyd Austriaco, di cui Karl Ludwig von Bruck fu il deus ex machina dei fondatori (nella rosa ci sono anche le Assicurazioni Generali) si sviluppa rapidamente. Ed è una crescita strettamente connessa con quella della città. Nel 1850 nasce l’Arsenale, per le riparazioni e i raddobbi alla flotta, le cui vicende tecnologiche saranno illustrate nella sala macchine della Centrale attraverso mezzi modelli di navi, plastici e diorami, con una parte dedicata al Wien e all’Helouan, le unità più belle e famose realizzate dall’Arsenale e impiegate nella linea celere per Alessandria.
Parallelamente si sviluppano le attività editoriali - la terza sezione del Lloyd Austriaco, con sede al Tergesteo, era il più grande editore del tempo - che si svilupperanno nei decenni con produzioni di ogni genere, fino alla pubblicazione, fra le due guerre, della famosa rivista “Sul Mare”. Un magazine aziendale ante litteram, creato nel 1923 dal triestino Bruno Astori, allora a capo dell’Ufficio stampa e propaganda (e che poi coprì incarichi di prestigio nell’ambito della Finmare). Le copertine della rivista, distribuita ai passeggeri delle navi lloydiane, erano commissionate ai più noti illustratori. Alla mostra, quelle copertine andranno a ricoprire un’intera parete, con una selezione di 60 pezzi originali.
«Nei corridoi e in una sala della Centrale - spiega Sergio Vatta - saranno illustrati tutti gli aspetti dell’attività editoriale: stampe, giornali, volumi, avvisi, incisioni, da metà ’800 fino agli anni Venti, realizzati da quello che era uno stabilimento tipografico all’avanguardia». Fra le aziende che collaborarono con l’ufficio stampa del Lloyd, anche la Modiano, producendo manifesti, brochure e materiale per l’attività di bordo. «Il Lloyd divenne uno dei maggiori committenti nel campo della grafica - ricorda Vatta - affidando lavori a varie imprese e ricorrendo anche ad artisti della Secessione viennese». Spazi particolari saranno dedicati ad Antonio Quaiatti, illustratore che sviluppò tutta la sua carriera lavorando con il Lloyd, a Marcello Dudovich, e allo Studio Battistella, che ha operato nel secondo dopoguerra.
La sala più grande della Centrale è forse la parte della mostra più affascinante: a cominciare da tre sculture di Marchello Mascherini - l’Aborigeno (era sull’Australia, 1952), la Chimera e il Cavallo rampante (sala feste della Marconi, 1962) - per proseguire con le immagini di interni di decine di unità, con 22 dipinti di Paolo Klodic e salire quindi sul ponte di comando della Victoria (1953), con tanto di pezzi originali (timone, bussole e telegrafi di macchina). Grande effetto finale: dai finestroni del ponte di comando si vedono venire incontro undici delle più significative navi lloydiane, grandi modelli fino a quattro metri, mai esposti ai pubblico. Altri 60 modelli, in scala molo più piccola, di navi dal 1963 al 1980, saluteranno i visitatori da una fila di vetrine lunga 12 metri.
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