Il “Territorio Libero” si spacca per il voto
Il Territorio Libero di Trieste è divisibile all’infinito. Probabilmente. È in arrivo l’ennesima scissione all’interno del movimento indipendendista nato solo nel novembre 2011 come Trieste Libera. Un altro “golpe” sulla strada della disgregazione progressiva. Questa volta tutto accade in via Roma 28 dove hanno sede il Territorio Libero, nato al cubo e tornato ora quadrato, e la lista Liberazione Triestina. Una lite tutta elettorale che in parte si era già consumata con l’annuncio e poi il ritiro in otto giorni del candidato sindaco Vito Potenza, presidente dimissionario di Territorio Libero e primo segretario di Trieste Libera.
Sabato pomeriggio, nel solito capannone di via dei Cosulich, si terrà un’assemblea straordinaria di Territorio Libero con all’ordine del giorno due punti essenziali: Territorio Libero e Liberazione Triestina. Appunto. Ci sono cariche da rinnovare viste le dimissioni a catena. Ma la convocazione, chiesta da una parte del direttivo, servirà per una resa dei conti che potrebbe rimescolare le carte e far accomodare più di qualche indesiderato fuori dalla porta. Epurazioni ed espulsioni nella migliore tradizione del Movimento Trieste Libera dei maestri Paolo G. Parovel e Roberto Giurastante.
Il clima della vigilia è pesante. Sui social network ci si scambiano accuse e minacce, senza esclusioni di colpi. Sul profilo Facebook Potenza, candidato sindaco “in sospeso”, sventola la bandiera di Liberazione Triestina, quella gli è stata tolta di mano con una nota a mezzo stampa dell’amico avvocato Nicola Sponza (presidente di Liberazione Trieste e segretario dimissionario di Tl). «Vito si era candidato alla vigilia del corteo del 13 settembre senza informare nessuno. Abbiamo così voluto solo ripristinare un po’ di regole» spiega l’avvocato indipendentista che faceva parte anche della delegazione di Triest Ngo che a Ginevra il 24 settembre scorso ha discusso sul Tlt. «Tu quoque, Brute, fili mi!» scrive Potenza sentendosi Giulio Cesare al centro di una congiura. «La lotta che stiamo conducendo - aggiunge con toni millenaristici - porterà a notevoli cambiamenti, in primis la verità su tutto ciò che per troppo tempo ci è stato nascosto. Dopodiché respireremo un aria diversa: aria di Territorio Libero!». L’aria che si respira ora è tutt’altra. Aria di complotti, sospetti, intrighi. Con tanto di email e documenti controfirmati. Alcuni sono convinti che Liberazione Trieste, scaricato Potenza, era pronta a candidare sindaco lo skipper triestino Federico Stopani, finito nei guai per la vicenda della Diga di Trieste. Dietro l’operazione ci sarebbero Stefano Ferluga e Sandro Gombac, ex presidenti di Trieste Libera e ora dirigenti di Triest Ngo dove è approdato anche Marco Pizzi, ex segretario di Tl. In realtà Stopani è stato visto partecipare con alcuni imprenditori ad alcune riunione in via Roma di Trieste Libera Impresa. Ma tanto è bastato. Il “geometra” Vito Pontenza (così lo definiva Sponza nel comunicato in cui lo ringraziava pubblicamente per la sua disponibilità a candidarsi) vuole riprendere il controllo di Liberazione Trieste e ripresentare la sua candidatura a sindaco. Il presidente di Territorio Libero gode del consenso di gran parte della base. Ma non tutti. Il gruppo carsolino, che fa capo al vicepresidente Andrej Rupel, è stato isolato. «Se finirò in minoranza - aggiunge Sponza - me ne vado. Magari faccio un’altro gruppo, meno settario. Pure al di fuori del perimetro indipendendista. A difesa della legalità con l’obiettivo di far valre i vantaggi dell’Allegato VIII lasciando stare la questione del Tlt».
La morale? Giorgio Marchesich, il “sindaco dei poveri”, non sarà l’unico candidato indipendentista alle amministrative del 2016.
Un consiglio per le elezioni? Arriva da Gombac: «Ognuno degli 8000 partecipanti alla manifestazione del 15 settembre 2013 può comodamente fondare una propria lista e presentarsi come candidato sindaco alle amministrative del 2016». Tutti per uno. Uno per Tlt. (fa.do.)
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