«Il tempo darà ragione alla riforma regionale»

L’assessore Telesca: «Gli effetti si vedranno sul lungo periodo Siamo al 70%. Serve un cambio culturale, difficile farlo capire»

«Che voto mi do? Lascio le valutazioni ai cittadini, ma posso dire che ho la coscienza a posto». Quasi tre anni di attuazione della riforma sanitaria. Un anno dalle prossime elezioni regionali. Per l’assessore Maria Sandra Telesca è decisamente tempo di bilanci. «Abbiamo messo in campo un buon 70%, manca ancora qualcosa. Ma gli effetti si vedranno sul lungo periodo».

Assessore, cosa c’è ancora da fare?

Incominciamo ricordando le azioni già attuate. In sintesi: l’unificazione delle direzioni integrata alla parte universitaria e la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale e di alcuni reparti, innanzitutto. Abbiamo rivisto il sistema delle emergenze, migliorando l’utilizzo delle ambulanze soprattutto nelle zone della regione più difficili, come la Carnia, le Valli del Natisone e la zona di Maniago. E poi le sinergie create tra i medici di medicina generale, i distretti, i pronto soccorso e le specializzazioni. I professionisti e le strutture stanno già lavorando in gruppo sulle patologie croniche più diffuse, come il diabete, che colpisce l’8% della popolazione del Fvg, con la programmazione e la presa in carico dei pazienti. Va detto che si è creata una collaborazione molto forte tra sanità ospedaliera e territoriale. I Cap (Centri di assistenza primaria, ndr) sono un esempio, anche se dobbiamo completare l’avvio. Ai 13 già avviati se ne aggiungeranno altri entro l’estate. Arriveremo a una ventina in tutto.

C’è qualche esempio concreto che possa già dimostrare la buona riuscita di questi programmi?

Diciamo subito che una riforma ha bisogno di tempo. Comunque ad oggi siamo in grado di affermare che i Cap stanno producendo buoni effetti: guardiamo a quello di Muggia, grazie al quale abbiamo evidenziato tra la popolazione una riduzione dei ricoveri in ospedale e delle ricadute dei malati cronici.

Ma i pronto soccorso restano sempre una criticità, tanto più a Cattinara?

È un nodo, ma ormai siamo in una fase di miglioramento dei tempi di attesa. Cattinara soffre dei picchi che si registrano in alcuni periodi dell’anno. Va detto che lì il problema è logistico, ma l’ospedale sarà sottoposto a ristrutturazione. Ricordo che abbiamo assunto personale, garantito una presenza costante della guardia medica ortopedica e gli assistenti di sala, oltre all’attivazione dei percorsi brevi per assicurare tempi di presa in carico più rapidi tra il triage e le visite specialistiche.

Cosa non va ancora, assessore, di questa riforma?

Dobbiamo lavorare per superare le resistenze territoriali. La vicenda della riorganizzazione dei punti nascita lo dimostra. Ma la vera difficoltà è far capire alla cittadinanza che un cambio culturale nel modo di intendere la sanità è necessario. Ecco, su questo siamo stati insufficienti. Abbiamo anche raccontato poco tutto il lavoro che c’è dietro le quinte. Non mi do voti, ma ho la coscienza a posto su quanto fatto. Direi che finora abbiamo attuato il 70% di ciò che avevamo pensato. La valutazione comunque la lascio ai cittadini.

(g.s.)

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