Il telescopio Einstein potrà scoprire come funziona e si evolve l’universo

Nel team internazionale che esplorerà le onde gravitazionali anche Mario Spera, ricercatore di punta della Sissa
Lorenza Masè

TRIESTE Siamo in grado di rilevarle da pochi anni anche se erano state ipotizzate per la prima volta da Albert Einstein un secolo fa nella Teoria della Relatività Generale. Fino al 2015 non era stato possibile osservarle direttamente per confermarne l’esistenza. Parte ora la costruzione di un nuovo strumento di terza generazione per la rilevazione di onde gravitazionali, si chiama Einstein Telescope e sarà in funzione nel 2030-2040, un telescopio che non punta al cielo ma si troverà sotto terra. Anche Trieste avrà un ruolo importante in questa partita che ci aiuterà a capire come funziona l'Universo e la sua evoluzione.

L’astrofisico Mario Spera responsabile dell’Unità di Ricerca della Sissa all’interno della Einstein Telescope Collaboration che riunisce 79 Unità da 13 diversi Paesi, istituita durante il XII simposio sull’Einstein Telescope tenutosi a Budapest commenta: «Le sue inedite caratteristiche consentiranno di esplorare parti dell’Universo di gran lunga più estese di quelle finora studiate. Si tratta di un’iniziativa scientificamente all’avanguardia che conta sul sostengo di diversi Paesi, tra cui Italia, Paesi Bassi, Belgio, Polonia e Spagna».

Professor Spera cosa sono le onde gravitazionali?

Sono delle increspature dello spazio-tempo che si propagano alla velocità della luce a seguito di qualsiasi spostamento asimmetrico di masse. Queste onde derivano dal fatto che lo spazio-tempo non è una struttura rigida ma un elastico che reagisce alla presenza di oggetti massicci.

In che senso?

Se si appoggia un oggetto molto pesante su una superficie elastica – una palla da bowling, per esempio – questo si deforma verso il basso, creando una specie di cono. Nell’Universo avviene più o meno la stessa cosa: più un corpo celeste, una stella, un buco nero, una galassia, ha una massa grande, più lo spazio si incurva e si deforma.

Perché la loro analisi è così importante?

Per la prima volta nel 2015 siamo stati in grado di rilevarle direttamente è stato un importante passo per la conoscenza del nostro Universo. Prima le onde gravitazionali e quindi la nostra conoscenza dell’Universo stesso erano solo una teoria, la Teoria della Relatività Generale di Albert Einstein e perfino lui aveva dubitato che queste perturbazioni potessero mai essere rilevate. Ci sono voluti 100 anni di avanzamenti tecnologici per poter rilevare queste increspature.

Ma che informazioni ci danno?

Dati a cui precedentemente non eravamo in grado di accedere per tutti gli oggetti e per qualsiasi parte dell’Universo, informazioni importantissime ad esempio per oggetti celesti misteriosi che non vediamo affatto come ad esempio i buchi neri. Grazie alle onde gravitazionali oggi abbiamo un nuovo modo di “vederli” anzi di “ascoltarli”.

Cos’è Einstein Telescope?

Uno strumento sotterraneo di terza generazione per l’osservazione di onde gravitazionali, si tratta di una versione notevolmente migliorata degli attuali unici strumenti che si chiamano interferometri, Ligo (Usa) e Virgo (Italia).

Cosa Farà ET?

Guarderà più lontano in termini di Universo rispetto agli strumenti attuali.

Che ruolo avrà la sua Unità di Ricerca?

L’Unità della Sissa composta da 11 ricercatori avrà un ruolo importante perché ci occuperemo dell’interpretazione astrofisica di ciò che Einstein Telescope sarà capace di osservare per ricostruire la storia cosmica delle sorgenti che catturerà e validare le teorie astrofisiche di ciò che Telescope Einstein sarà capace di osservare.

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