Il teatro perduto di Timmel in mostra a Gorizia

Sono dodici grandi tele realizzate per il distrutto “Cosulich” accanto ai prototipi degli studenti del Fabiani

GORIZIA. La forza espressiva di dodici grandi tele a colori del pittore triestino Vito Timmel, il lavoro progettuale e architettonico dell’ingegnere Dante Fornasir e le fotografie in bianco e nero di Giovanni Cividini sono i protagonisti della mostra “Vito Timmel. Suggestioni secessioniste a Monfalcone”. L’esposizione sarà inaugurata mercoledì 22 alle 17.30 a Gorizia alla Fondazione Cassa di Risparmio, artefice del progetto assieme al Consorzio culturale del monfalconese di Ronchi dei Legionari.

Una manifestazione che ha il duplice obiettivo di rendere omaggio all’eclettismo dei Vito Timmel (Vienna 1886 - Trieste 1949), riconosciuto pittore ma anche grande e originale decoratore e cartellonista, sia uno strumento per scoprire la bellezza e armonia progettuale della “città giardino” del quartiere di Panzano a Monfalcone.

Esposte nelle sale di via Carducci 2 complessivamente 12 tele originali realizzate da Timmel nel 1921 per il teatro Cosulich, distrutto durante la seconda guerra mondiale. Le tele, ritenute perdute, sono state fortunosamente ritrovate circa 20 anni fa nello studio dello xilografo Tranquillo Marangoni e successivamente restaurate. «Il ciclo completo si compone di 13 opere. La mancante sarà esposta in riproduzione in quanto di proprietà privata mentre le altre sono state acquistate dal Consorzio culturale monfalconese. Rappresentano personaggi e opere teatrali di forte impatto, che emergono da sfondi paesaggistici correlati», spiega la curatrice Franca Marri. «Soggetti che spaziano delle opere classiche di Shakespeare a Oscar Wide e al coevo Sam Benelli».

Timmel, formatosi a Vienna all’Accademia di belle arti, portò una ventata di secessione a Monfalcone realizzando nel teatro di Panzano decori floreali jugendstil, geometrici ispirati a Joseph Hoffmann e arabescati tipici di Klimt. La mostra è un’opportunità di riscoprire nelle foto d’epoca di Giovanni Cividini (Trieste 1879-1959) un patrimonio importante distrutto dai bombardamenti. Gli scatti nitidi e precisi ripropongono dettagli di decori del foyer e della platea e allestimenti di balletti. La sezione fotografica propone una ricca carrellata delle ville e degli alberghi costruiti all’inizio del ‘900 dalla famiglia degli imprenditori navali Cosulich per operai, impiegati e dirigenti. Edifici per la maggior parte progettati e costruiti dal Dante Fornasir (Cervignano 1882-1958) prendendo spunto da insediamenti realizzati in Inghilterra.

Dunque l’idea del progetto va oltre l’esposizione di opere artistiche, hanno ricordato Gianluigi Chiozza e Davide Iannis, presidenti della Fondazione Carigo e del Ccm. Da una parte le fotografie fanno rivivere quanto andato distrutto, dall’altra la mostra è il volano per la promozione in chiave turistica di un contesto urbano. È un ideale passaggio di testimone fra passato e futuro la terza sezione. Qui gli allievi del liceo artistico “Max Fabiani” di Gorizia hanno realizzato riproduzioni di fregi sottotetto delle ville, accanto a prototipi di decorazioni ispirate a quanto studiato nei corsi di rilievo architettonico. Una concreta proposta di “campionari” da offrire sul mercato, creando dunque le basi per riscoperte professionalità nel settore dell’edilizia. Fra gli eventi collaterali in programma, oltre alle visite alla mostra, anche escursioni domenicali gratuite sul territorio.

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