Il Tar scioglie le riserve sull’esito del voto regionale

Oggi l’attesa decisione sul ricorso presentato dal centrodestra. Il presidente del Tribunale: «Caso giuridicamente complesso»
Di Roberto Urizio
Udine 22 Aprile 2013 quartier generale Tondo Copyright Petrussi Foto Press /turco
Udine 22 Aprile 2013 quartier generale Tondo Copyright Petrussi Foto Press /turco

TRIESTE. Il giorno della decisione del Tar sul ricorso del centrodestra relativo alle elezioni regionali dovrebbe essere arrivato. Ieri, nel palazzo del Tribunale Amministrativo Regionale, si è tenuta l'udienza pubblica in merito al ricorso presentato da quindici candidati della coalizione che sosteneva Renzo Tondo, i quali chiedono che si proceda al riconteggio della quasi dodicimila schede considerate nulle (11.962 per l'esattezza), particolarmente pesanti in una sfida all'ultimo voto che ha visto Debora Serracchiani imporsi per meno di duemila suffragi.

L'udienza di ieri non ha aggiunto nuove istanze a quelle già presentate nel ricorso, sostenuto dagli avvocati Marco Luigi Di Tolle e Marco Celant, e nelle controdeduzioni portate dalla Direzione Centrale Funzione Pubblica della Regione, rappresentata dagli avvocati Ettore Volpe e Beatrice Croppo, e dagli eletti del centro-sinistra che si sono opposti al ricorso, tutti rappresentati dagli avvocati Marco Marpillero e Alessia Ottavia Cozzi. I ricorrenti vogliono fare luce sulla discrepanza di circa settemila voti che, nei verbali delle varie sezioni, mancano rispetto al numero di votanti, ma soprattutto puntano a vedersi assegnate le schede annullate che, a loro parere, avrebbero tolto voti preziosi a Tondo. Ci sarebbero numerose schede con errori nell'indicazione della preferenza rispetto al partito: i casi particolari più ricorrenti riguardano Roberto Dipiazza e Monica Gasparutti (che a sua volta ha presentato un altro ricorso per vedersi assegnato il seggio di Giuseppe Sibau) che sono stati indicati da molti elettori a fianco del simbolo del Pdl e non di Autonomia Responsabile, così come in certi casi è stato scritto il nome di Silvio Berlusconi tra le preferenze. Situazioni che, secondo gli avvocati che rappresentano i ricorrenti, indicano comunque una chiara volontà di votare una coalizione da parte dell'elettore.

«Ricorso infondato e inammissibile» hanno ribadito gli avvocati della Regione e degli eletti nelle fila del centrosinistra. Il protrarsi della camera di consiglio che deve decidere sull'ammissibilità del ricorso viene interpretato come un segnale positivo dai ricorrenti: «Significa che non c'è uniformità di giudizio o che la questione sollevata non è banale», sostiene il responsabile elettorale del Pdl, Fulvio Sluga. Lo stesso presidente del Tar del Fvg, Umberto Zuballi, nel corso dell'udienza di ieri ha sottolineato la «complessità giuridica della vicenda». Nel caso il ricorso venisse accolto non ci sarà l'annullamento delle elezioni ma si procederà alla verifica dei voti contestati. Oltre a questo ricorso e a quello di Michela Gasperutti, il Tar dovrà decidere anche sul ricorso di Maurizio Salvador che punta a “soffiare” il seggio al collega Udc Giovanni Barillari, e su quello del centrodestra a Udine che punta ad annullare le elezioni comunali per un vizio nella procedura di autenticazione della lista del Pd. In ballo anche tre ricorsi relativi alle elezioni provinciali di Udine.

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