Il Tar congela l’appalto Erdisu "Offerta troppo bassa"
Pare troppo “bella” per essere vera. E infatti il Tribunale amministrativo non ci crede e impone così a chi di dovere di vederci chiaro - anzi, di rivederci chiaro, se è vero che chi di dovere ci aveva già messo un visto sopra - e di metterci piuttosto una pietra sopra, eventualmente. A essere forse troppo “bella”, tecnicamente anomala poiché ritenuta dal giudice eccessivamente bassa rispetto al servizio da garantire al committente, è parte dell’offerta economica sulla base della quale l’autunno scorso l’Ardiss Fvg cioè l’Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori del Friuli Venezia Giulia (l’ex Erdisu) aveva aggiudicato l’appalto per un Global service di sei anni - per pulizia, portineria e manutenzioni delle case dello studente di Trieste e Gorizia, più i relativi uffici amministrativi - a un consorzio costituito da due primari gruppi nazionali di servizi da un miliardo l’anno di fatturato: la Manutencoop Facility Management Spa di Bologna e la Cofely Italia, con quartier generale a Roma.
Tale appalto risulta al momento congelato. L’Ardiss infatti - dopo che la seconda classificata, la friulana Idealservice, si era rivolta al Tar di casa chiedendo l’annullamento dell’aggiudicazione al consorzio Manutencoop-Cofely - si era impegnata davanti al giudice a non stipulare alcun contratto prima della sentenza del Tar stesso. E ora - alla luce del pronunciamento, che accoglie il reclamo dell’Idealservice e annulla per l’appunto l’aggiudicazione, precisando che «spetta alla stazione appaltante riattivare la procedura di gara» - prima di tirare una riga l’ex Erdisu attende «ulteriori chiarimenti da parte della ditta vincitrice», così dice Claudio Kovatsch, il direttore generale dell’ente regionale.
Proprio ieri Kovatsch, che è anche il Rup, il responsabile del procedimento per questo bando europeo, ha incontrato i delegati del consorzio Manutencoop-Cofely in una cosiddetta «seduta riservata» - come si legge sul sito dell’Ardiss Fvg - per la «riattivazione del subprocedimento di valutazione dell’anomalia dell’offerta, con la richiesta di giustificazioni» ai sensi del Codice degli appalti. Quando saranno pervenute le nuove «delucidazioni» - aggiunge a voce Kovatsch - verranno rianalizzate e «a quel punto deciderò se riconfermare o meno alla prima classificata l’aggiudicazione», o se trasferirla alla seconda, fermo restando che l’offerta fatta e depositata non si cambia.
Va da sé che le «delucidazioni» di cui sopra riguarderanno in particolare il cuore della causa promossa dall’Idealservice, che nel ricorso ha denunciato che - come si legge nella sentenza del Tar - «la ditta risultata vincitrice non ha affatto considerato» la «maggiorazione del 20% prevista per le ore di lavoro notturno» per «il servizio di portierato» nelle case dello studente, che in base al bando va garantito «24 ore su 24 e sette giorni su sette», il che «porterebbe a un’offerta in perdita». «Va innanzitutto osservato - scrive nella sentenza il giudice Umberto Zuballi, presidente del Tar e relatore del contenzioso - come l’offerta della ditta vincitrice non ha calcolato né collocato il maggior costo per il lavoro notturno all’interno della voce costo della manodopera bensì all’interno della voce altre spese». Calcolata la differenza tra la maggiorazione e il totale di queste altre spese, resterebbero circa seimila euro il primo anno e meno di tremila in quelli successivi: secondo il Tar questa differenza «non appare palesemente congrua rispetto alle restanti voci... tra cui le spese relative a macchinari, attrezzature e parti di ricambio... nonché per la formazione dei dipendenti. Va poi aggiunto come l’utile previsto risulti di tremila euro per anno, e tale dato accentua l’illogicità dei calcoli effettuati dalla ditta vincitrice nel proporre l’offerta». Che è «palesemente anomala, con una rilevante discrasia» rispetto alle «spese indispensabili per sostenere il servizio»
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