Il Tar accoglie il ricorso di Rizzani de Eccher contro l'interdittiva antimafia

Verdetto chiave in vista dell'assegnamento bis dei lavori del terzo lotto
Un cantiere per la terza corsia dell'A4
Un cantiere per la terza corsia dell'A4

Il Tar del Friuli Venezia Giulia cancella l’interdittiva antimafia nei confronti della Rizzani de Eccher. Sono bastate 48 ore al collegio giudicante per emettere una sentenza favorevole all’azienda friulana. Un via libera che dovrebbe servire a riconsegnare alla società consortile Tiliaventum (con la de Eccher c’è anche la Pizzarotti di Parma) l’affidamento dei lavori del terzo lotto della terza corsia, che era stato revocato dal commissario straordinario dell’opera Debora Serracchiani.

Non sono state necessarie, come sembrava, uno o due settimane. In due giorni il presidente del Tar Umberto Zumballi ha preso una decisione nel merito della vicenda, accogliendo il ricorso del colosso delle costruzioni in merito alla interdittiva antimafia decisa dalla Prefettura di Udine, una misura che, prescindendo dall’accertamento di singole responsabilità penali, serve a scongiurare il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nell’attività imprenditoriale in presenza di rapporti in corso con la pubblica amministrazione.

Nell’attesa che il dispositivo venga pubblicato oggi sul sito del Tar regionale, emergono già come determinanti le carte prodotte dalla difesa della ditta, un dossier composto dalla documentazione che De Eccher compilava regolarmente nell’ambito delle attività edilizie a Portopiccolo, a Sistiana. La questione, infatti, non riguardava la terza corsia. L’interdittiva era motivata da presunte irregolarità sulla costiera triestina da parte di un’azienda che, dopo essersi aggiudicata nel 2011 la gara per l'appalto del maxi-cantiere di Sistiana, è pure entrata quest’anno da quotista nella partita del fondo Rilke, acquistandone il 30% di azioni, per un valore proporzionale di 30 milioni di euro.

Partendo da iter giudiziari dei primi anni Novanta (da cui l’impresa uscì assolta), il provvedimento prefettizio, definito dal presidente Marco De Eccher «privo di qualsivoglia fondamento, del tutto ingiustificato e gravemente lesivo per l’immagine del gruppo», citava i lavori a Portopiccolo, lì dove erano state coinvolte 287 ditte in subappalto, tutte munite di certificazione antimafia e sottoposte pure al controllo del certificatore internazionale Bovis Lend Lease. Nel mirino erano entrate quattro di queste ditte che, in passato, avrebbero avuto legami con esponenti della criminalità organizzata. Le argomentazioni difensive, a suon di carte, hanno però convinto il Tar della regolarità delle operazioni a Sistiana.

A quanto conferma anche l’Avvocatura dello Stato, rappresentata dall’avvocato distrettuale di Trieste Daniela Salmini, l’interdittiva antimafia è stata giudicata ingiustificata e il ricorso della De Eccher accolto. Con il conseguente probabile sblocco dei futuri cantieri sul tratto “ponte sul Tagliamento-Gonars” della Venezia-Trieste, come conferma la stessa presidente: «Se vi saranno le condizioni - chiarisce - siamo ovviamente pronti a revocare ildecreto sottoscritto a fine luglio».

Nel ruolo di commissario, Serracchiani, mentre confermava l’incarico di completare la progettazione esecutiva, aveva infatti dovuto intervenire con una revoca all’affidamento a Tiliaventum del terzo lotto della terza corsia. Nulla di definitivo, aveva peraltro chiarito la presidente della Regione nel momento in cui, il 24 luglio scorso, sentito il parere dell’Avvocatura dello Stato, firmava la misura restrittiva. Un «atto dovuto», precisò Serracchiani augurandosi che De Eccher riuscisse a chiarire la sua posizione e che la vicenda si potesse risolvere in tempi brevi. Auspicio fatto proprio anche da Autovie Venete dato che l’ipotesi di Rde impossibilitata a procedere ai lavori a chiusura della fase progettuale (in dirittura d’arrivo) avrebbe allungato i tempi.

Ora visto l’esito del ricorso al Tar, tutto dovrebbe ora procedere come da aggiudicazione del 2010. Anche perchè, stando a quanto si apprende, l’Avvocatura dello Stato non procederà con l’impugnazione al Consiglio di Stato. «Desidero esprimere il mio sollievo per il fatto che questa vicenda si sia potuta risolvere in tempi brevi - conclude Serracchiani -, anche in considerazione del rilievo economico dell'impresa friulana nel contesto regionale e nell'ottica dei possibili risvolti occupazionali»
 

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