Il supercomune Trieste-Carso nasce bilingue
La denominazione ufficiale è bilingue, in ossequio alla comunità slovena che in particolare è presente nei Comuni dell’altipiano carsico: “Unione territoriale intercomunale giuliana - Julijska medob›inska teritorialna unija”. E saranno le stesse amministrazioni municipali, poi, ad adottare - con voto del Consiglio - lo statuto e l’atto costitutivo della nuova Uti in lingua italiana e, laddove previsto in base a quanto sanciscono i rispettivi statuti municipali, anche in lingua slovena. Intanto il duplice documento, approvato nella serata di ieri dalla conferenza dei sindaci di Trieste, Muggia, Duino Aurisina, San Dorligo della Valle, Sgonico e Monrupino, riuniti nel palazzo comunale di piazza Unità, è stato redatto in entrambe le versioni. «Ogni Comune - il chiarimento del primo cittadino del capoluogo regionale, Roberto Cosolini - stabilirà di approvare lo statuto e l’atto costitutivo nella lingua che viene utilizzata ufficialmente nell’amministrazione. A Trieste e a Muggia, in italiano. A Duino Aurisina, San Dorligo della Valle, Sgonico e Monrupino pure in sloveno».
Prosegue dunque il percorso per la creazione dei “supercomuni”, delle Unioni territoriali intercomunali figlie della riforma regionale degli enti locali che porta, in particolare, la firma dell’assessore Paolo Panontin e che conduce a un assetto istituzionale nuovo in Friuli Venezia Giulia, una volta superate le Province. Su sei sindaci, ieri, sono stati cinque i voti a favore più un’astensione, quella di Sandy Klun, il rappresentante di San Dorligo della Valle: una scelta dettata dal voler, da un lato, riconoscere il lavoro svolto in un clima di grande collaborazione, e dall’altro dall’impegno alla coerenza dopo il mandato consiliare a favore del ricorso al Tar contro la deliberazione regionale finale sulle Uti.
Diffusa, in ogni caso, la soddisfazione fra i quattro sindaci dei Comuni carsici. «È stato completato un lavoro molto buono da parte di tutti quanti - esordisce Monika Hrovatin, sindaco di Sgonico -, sia per la tutela della minoranza slovena, sia per i contenuti». Confermato, su una serie di tematiche (modifiche statutarie, bilanci annuali e pluriennali, atti di programmazione, mutui da attivare ed elezione del presidente dell’Unione), il sistema della doppia maggioranza per poter arrivare al via libera ai relativi atti. Non solo i due terzi dei voti ponderali: serviranno inoltre i “sì” di quattro Comuni su sei. Adesso, i Consigli comunali hanno un mese di tempo per votare lo statuto.
Così Sandy Klun (San Dorligo della Valle): «Anche se per la questione del ricorso al Tar, ho dovuto astenermi e non ho accettato positivamente lo statuto come tale, ho apprezzato la disponibilità del Comune di Trieste a trovare la via giusta per mettere assieme le diverse richieste delle parti. All’inizio alcune istanze parevano insormontabili - mette in evidenza Klun -, in particolare il fatto di predisporre il testo dello statuto in due lingue».
Archiviato il primo, non semplice né scontato, passo, il sindaco di Duino Aurisina, Vladimir Kukanja, guarda già avanti e mette tutti sull’avviso: «È un lavoro che parte, le difficoltà le incontreremo strada facendo. Si tratta di una buonissima intesa, è stato costruito uno statuto molto positivo, senza forti contrarietà, ma con condivisione e la capacità di capire i problemi che si ponevano. Il tema principale era la tutela della minoranza: lo statuto doveva essere redatto, e non tradotto, anche in sloveno, e così l’intestazione. È l’inizio di un percorso tortuoso - conclude Kukanja -, ma se continua in questi termini le problematiche potranno essere risolte».
Ha votato a favore anche Marko Pisani, ma senza per questo dimenticare tutte le sue perplessità sulla riforma impostata dalla Regione guidata dalla presidente Debora Serracchiani: «Bene il lavoro concertato tra sindaci, ma evidentemente rimangono i dubbi su una legge che dimostra tutte le sue varie debolezze - ribadisce il sindaco di Monrupino - perché va a unire Comuni in cui c’è troppa discrepanza». Territori più o meno ampi, che si distinguono per caratteristiche anche produttive ed economiche, numero di residenti molto diverso, esigenze differenti. Pisani, insomma, ripropone il tema. «Ho firmato anch’io - aggiunge -, perché apprezzo il lavoro svolto. Ma c’è da darsi da fare parecchio per affinare la legge e renderla consona alla nostra regione in virtù della presenza della minoranza slovena, aspetto che è stato totalmente non considerato nella legge stessa. Il mio è un attacco all’impianto della normativa».
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