Il sottopassaggio di piazza Libertà a Trieste ridotto a una latrina: «Pronti a sigillarlo»
«Ho dato l’ordine di pulire quella fogna a cielo aperto. E poi chiudo, sigillo il sottopasso con delle assi di legno o delle lamiere, e non se ne parla più». Il giardinetto o quel che ne rimane di piazza Libertà era ancora un misto di fango e rifiuti della notte prima quando ieri mattina il sindaco Roberto Dipiazza ha fatto fermare l’auto davanti alla stazione dei treni per constare con i propri occhi lo stato di abbandono in cui versa quella zona. «È davvero una vergogna, così – dice Dipiazza – non si può continuare». Da qui l’ordine di sigillare il sottopassaggio.
Scene quotidiane di degrado
Evidentemente l’ordinanza di sgombero del Silos, due mesi e mezzo fa, non è servita ad allontanare dal centro città scene quotidiane di degrado, con quella piazza ogni mattina ridotta in condizioni impressionanti. Imputridita da rifiuti, maleodorante a causa dell’urina e altre deiezioni fatte per strada – anche – in assenza di altre soluzioni. Tanto da costringere gli addetti della Its Ecologica a coprirsi, armarsi di pazienza e – letteralmente – spalare mucchi di sporcizia da piazza Libertà, lavare il vomito, scacciare i ratti che inevitabilmente scorrazzano tra gli avanzi di cibo.
Una discesa di rifiuti e sporcizia
Il sottopassaggio era stato già chiuso tempo fa, perché ogni notte veniva usato come una latrina. Ma fin da sopra le scale è, di fatto, ancora una distesa indecorosa di rifiuti e sporcizia. «Ho dato l’ordine di pulire. E poi chiudo, sigillo tutto», ribadisce il sindaco, che al termine del sopralluogo di ieri mattina ha disposto ai propri dirigenti di procedere con l’intervento. Nei prossimi giorni, fanno sapere dal Comune, l’accesso a quel sottopasso verrà completamente sigillato – almeno temporaneamente – con assi di legno o delle lamiere. «Non potranno più neanche avvicinarsi, o buttarci dentro niente», sottolinea Dipiazza.
All’addiaccio
Ma la situazione in piazza Libertà non è piacevole neanche per quella ventina di migranti che vi dimorano. Quei segni infatti non sono lasciati solo dai richiedenti asilo rimasti fuori dal sistema di accoglienza e quindi costretti a dormire all’addiaccio nelle aiuole. Oppure, come nella notte tra domenica e lunedì scorso, sotto le tettoie della stazione, avvolti nei teli termici per ripararsi dalla pioggia scrosciante, distesi a terra sotto lo sguardo dei turisti in cerca di un tassì. «Questa situazione rappresenta un’ulteriore prova dell’inadeguatezza e della mancata programmazione della giunta», è durissima la segretaria provinciale dem Maria Luisa Paglia, chiedendo con forza al Comune di «assumersi le proprie responsabilità».
Un mondo di persone
In piazza Libertà, la “piazza del Mondo” c’è davvero un mondo di persone: una «mescolanza di situazioni più marcata rispetto a tempo fa», come diceva anche il presidente di Ics Gianfranco Schiavone. Un mix fatto di altri migranti già ospitati altrove, senza fissa dimora di provenienza diversa, triestini poveri che cercano uno spuntino. E poi le associazioni e i volontari, che di fatto offrono prima assistenza, ma anche persone in condizioni di disagio, emarginate. C’è chi va lì semplicemente per fare aggregazione: le situazioni sono tante, diverse, non sempre semplici da gestire.
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