Il sindaco “sotto assedio” fra sinistra e le due destre nella ferma volontà di evitare ogni polemica

il retroscena
Di Roberto Dipiazza si possono dire molte cose, ma non che sia un uomo ideologico. Il sindaco non fa mistero di considerare uno dei punti più alti della sua carriera politica il “Concerto dei tre Presidenti”, che riunì in piazza Unità i capi di Stato d’Italia, Slovenia e Croazia. Al contempo, all’inizio dell’anno non si è fatto problemi a intervenire a un convegno dei neofascisti di Forza Nuova (che attraverso Fabio Tuiach sostengono la sua maggioranza in Consiglio), suscitando un vespaio di polemiche.
Ora, alle soglie dell’ottantesimo anniversario della proclamazione delle leggi razziali in piazza Unità, Dipiazza ha ben chiara una cosa: non vuole che le commemorazioni diventino occasione per polemiche e desidera che sia chiaro a tutti il suo stare a fianco della comunità ebraica. Solo che nel sulfureo clima politico dell’Italia odierna portare a compimento il proposito non è così semplice.
Nei giorni scorsi il sindaco ha definito in questi termini, nelle sue comunicazioni con la comunità, il ruolo degli ebrei nella storia cittadini: «Sia personalmente che come amministrazione abbiamo un ottimo rapporto di confronto e collaborazione. La comunità ebraica è stata ed è fondamentale per la crescita sociale, culturale ed economica di Trieste».
Il legame forte con le cerimonie ufficiali della comunità è un modo per il sindaco di tamponare una sua vecchia spina nel fianco: il “Comitato pace convivenza e solidarietà Danilo Dolci”, che da anni organizza una sua commemorazione e che fu da stimolo, nel 2013, alla collocazione di una targa in piazza Unità da parte dell’amministrazione guidata da Roberto Cosolini. Nel 2016 una concessione di suolo pubblico negata al “Danilo Dolci” costituì un casus belli che stavolta Dipiazza vorrebbe evitare. Sancendo che le celebrazioni ufficiali dell’evento sono quelle del Comune, il sindaco si mette al riparo da eventuali polemiche. In questo modo, inoltre, il primo cittadino schiva anche la possibilità di essere accusato da destra di essersi fatto “strumentalizzare da sinistra”.
Se l’associazionismo di sinistra è un fronte, infatti, l’altro è la composita destra triestina. Abbiamo già detto del sostegno di Forza Nuova all’amministrazione, ma i neofascisti non sono l’unica potenziale fonte di polemiche da cui guardarsi. C’è anche la Lega che, pur riconvertitasi al nazionalismo salviniano, mantiene pur sempre un animo austriacante. In particolare quel tipo di nostalgia asburgica che tutto sommato non vede di cattivissimo occhio il biennio ’43-’45, in cui Trieste fu annessa a un altro impero germanico, sul cui vessillo non sventolava affatto l’aquila bicipite della Casa d’Austria. Le commemorazioni per la proclamazione delle leggi razziali hanno fatto rumoreggiare qualcuno all’interno della compagine di centrodestra, e Dipiazza non vuole assolutamente che la sua amministrazione venga sfiorata dalla macchia dell’antisemitismo. Mettendosi al fianco della comunità ebraica senza se e senza ma, Dipiazza punta a blindare la propria posizione e a puntellare l’immagine del sindaco “dei tre Presidenti”. —
G.TOM.
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