Il sindaco: «Eataly al Magazzino vini, occasione da cogliere»
Una sala di lettura, una biblioteca con servizi, spazi per giovani alle prese con lo sviluppo di un’idea intellettuale, che da “lì” possano spiccare il volo dopo un tempo di crescita. Sì, lo spazio-giovani è ancora l’idea che il sindaco Cosolini sostiene per dare senso operativo al Magazzino vini, suggerendo la “cessione” a uso pubblico almeno di uno dei tre piani in fase avanzata di restauro da parte del proprietario, la Fondazione CrTrieste che reclama comunque anche metri quadrati per sè. Ma se Eataly, il famoso gruppo di ristorazione “tipica” con prodotti da cucinare e vendere, mantenesse fermo fino al 2014 il suo interesse a installarsi sulle Rive, anche il sindaco ne sarebbe contento. «Eataly - dice - non bisogna assolutamente lasciarsela scappare».
Ma dopo le parole così esplicite del presidente della Fondazione CrTrieste Massimo Paniccia che nei giorni scorsi ha lanciato l’ultimo appello a fare proposte operative per i futuri spazi, sottolineando tuttavia “quella è casa nostra, dobbiamo metterla a reddito, e tra un cambiamento e l’altro mi trovo a fare cose che non sono le mie”, il sindaco risponde, ma ridimensiona il tono di voce: «Parlo - dice - con l’atteggiamento di chi propone rispettosamente, e tiene conto che c’è una proprietà».
Sempre rispettosamente, ma stavolta masticando molto amaro, esce anche la non-proposta, in forma di forte rammarico e critica verso chi in precedenza si è lasciato scappare «una così splendida occasione di dare alla città il centro congressi». Che tuttora serve e manca, mentre il Silos appena cerca clienti e finanziamenti, e se non si troveranno tutto resterà incompiuto («le riserve saranno sciolte entro Natale»): «Se non fosse tardi - dice sommessamente Cosolini -, se tornare indietro non comportasse di dover rivedere il progetto del Magazzino vini, e far partire l’iter con ulteriori spese, verrebbe da chiedere: ripensiamoci». Ma in mezzo c’è la «condivisa lucida analisi di Paniccia sui tempi che viviamo, il messaggio che non possiamo più permetterci di sprecare occasioni e risorse». E mentre le finanziarie oggi si presentano con la minaccia di 50 milioni di minore portata, c’è il soppeso del conto, quasi traumatico: «Con 20 milioni, che è il costo finale del Magazzino vini - riassume il sindaco - si sarebbe potuto restaurare tutto il palazzo Carciotti, il più significativo edificio della città. Ma il senno di poi...».
Dunque niente Carciotti, niente centro congressi, resta il “format” giovani da aggregare ai gourmet, rispetto ai quali Cosolini è veramente convinto: «Trieste deve fare il massimo per non perdere l’opportunità di un marchio prestigioso». Se per i giovani intellettuali gestione, selezione e costi son tutti da vedere, più noto è come Eataly si è affacciato a Trieste. Un conoscente comune dell’impresario Oscar Farinetti ha creato il contatto con la Fondazione CrTrieste. Esito: «Idea interessante, ma non prima del 2014 perché ora ci stiamo sviluppando a Roma». L’opzione dunque va tenuta accesa per oltre un anno, il tempo coincide con il probabile termine dei lavori di restauro.
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