Il sindaco Dipiazza sulle "paghette": «Serve a risparmiare. Lo fece la Provincia e nessuno protestò»
TRIESTE Il sindaco Roberto Dipiazza difende l’istituzione dell’indennità fissa per i consiglieri comunali, nel giorno in cui il presidente del Consiglio (ed esponente della sua lista civica) ne prende le distanze. Il primo cittadino spiega le sue ragioni attraverso un video su Fb: «Perché abbiamo fatto questa operazione? Togliamo i famosi gettoni delle presenze, liberiamo la mattina dalle commissioni i vari dirigenti che erano sempre impegnati, e andiamo a sveltire e snellire la macchina comunale. Queste sono le motivazioni per le cose che facciamo».
Per Dipiazza bisognerebbe biasimare ancora una volta la stampa. Quando la Provincia guidata dal centrosinistra di Maria Teresa Bassa Poropat fece lo stesso, afferma, ci sarebbe stato un diverso trattamento. Il sindaco cita anche un’affermazione dell’allora presidente del Consiglio provinciale Maurizio Vidali, di centrosinistra: «Se il Comune facesse lo stesso risparmierebbe», diceva Vidali all’allora giunta Cosolini. Per Dipiazza si tratterebbe della prova di una diversità di approccio da parte dei media.
A stabilire la differenza, però, sono in ambedue i casi gli uffici tecnici degli enti. Quelli della Provincia avevano registrato un calo delle spese, mentre quelli del Comune prevedono un aumento da 127 mila euro, che porterebbe l’aggravio a sfiorare i 600 mila euro annui.
Il video ha suscitato la reazione degli esponenti del centrosinistra tirati in ballo. In primis l’ex presidente provinciale Maria Teresa Bassa Poropat, che oggi siede proprio in Consiglio comunale come esponente della civica Insieme per Trieste: «Sono sempre stata contraria alle “paghette” perché la politica non è un mestiere. Ai tempi della Provincia mi convinsero a consentirne l’adozione, ma l’indennità fissa allora era molto più bassa e inoltre era facoltativa. Per di più le commissioni provinciali non avevano la frequenza paradossale di quelle comunali».
Così invece l’ex presidente consiliare Vidali: «L’indennità di un consigliere provinciale era 727 euro lordi, quella del presidente era 945 euro lordi. Costi molto più ridotti dei 1200 euro lordi scelti ora dal centrodestra comunale. Lo ripeto anche oggi: se il Consiglio comunale scegliesse le indennità che avevamo noi, ovvero le più basse, risparmierebbe. Invece non hanno voluto farlo, e infatti il Comune non taglierà nessuna spesa». —
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