Il sindaco Dipiazza non arretra sulla cabinovia a Trieste: «Il “no” è politico e il progetto serve»

Il sindaco: «Spiegherò la valenza ai cittadini». Russo del Pd: «Ammetta di aver sbagliato»

Andrea Pierini

TRIESTE. «Di certo non mi fermo». Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste, va all’attacco dopo che in poco meno di 90 minuti il Comitato “No ovovia” ha raccolto 940 sottoscrizioni per depositare il quesito referendario (perché il referendum diventi realtà serviranno altre 12 mila firme) contro il progetto della cabinovia proposto dal Comune.

«Dire “no” a tutto è un classico della sinistra – attacca il primo cittadino –, la cabinovia serve allo sviluppo della città, lo stanno dicendo le persone intelligenti. Penso soprattutto al valore turistico del progetto. Il loro è un “no” politico. Mi impegnerò personalmente a spiegare ai cittadini la valenza del progetto. I triestini hanno dimostrato la loro intelligenza votandomi 4 volte e mi daranno ragione anche questa volta».

Duro il commento delle opposizioni. Tra i primi ad essere contrari al progetto Francesco Russo di Pd e Punto Franco: «C’è delusione tra i triestini viste le tante opere che non vanno avanti in città, tra cui il tram, la galleria di Montebello, la Fiera e la piscina terapeutica. A distanza di quattro mesi dalle elezioni c’è l’impressione che questa giunta non sia all’altezza della sfide della città. Il progetto ovovia è sbagliato dal punto di vista ambientale ed economico, ora spetta al sindaco capire e non è troppo tardi per ammettere di aver sbagliato e lavorare insieme a una soluzione alternativa».

Anche Giulia Massolino di Adesso Trieste, movimento da sempre contrario al progetto, gioisce per l’ottimo risultato della raccolta firme: «C’è tanta voglia di esprimersi e ora la politica deve prendere atto del fatto che non si possono prendere decisioni sulla testa dei cittadini senza coinvolgerli. Bisogna rendere partecipi le persone fin dall’inizio. Siamo fiduciosi, inoltre, per la raccolta delle 12 mila firme perché c’è tanta voglia di partecipare».

Sulla stessa linea Caterina Conti, segretaria provinciale del Pd: «Il progetto dell’ovovia non risolverebbe il problema dell’accesso alla città da nord, con rilevanti aspetti di impatto paesaggistico e ambientale, e i costi rischierebbero di ricadere in futuro sui triestini».

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