Il sindaco Dipiazza e la Trieste futura: «Ho già scelto il mio erede»
Dal tram alla cabinovia, dalla grande sfida di Porto Vecchio al rifacimento di piazza Unità fino ai parcheggi sulle Rive. Il sindaco guarda al 2025 con ottimismo. «Un rammarico? Il rapporto con l’opposizione»
Sindaco Dipiazza, i dieci giorni di pre-esercizio del Tram di Opicina sono scaduti. Il servizio non è ripartito.
«Se non è oggi, sarà domani. Ormai siamo a cavallo».
La promessa però era di ripartire entro l’anno. È certo di fare altri annunci?
«Il Tram comunque sta circolando con una prima carrozza, vuota. Adesso tocca a Trieste Trasporti montare i benedetti freni almeno su un’altra vettura e ultimare le patenti dei tranvieri. In ogni caso, confido che i passeggeri torneranno a bordo per gennaio».
Cosa non ha funzionato finora? Perché otto anni?
«Troppa burocrazia. E poi, un giorno dico una frase e l’Ustif mi querela. Ho vinto la causa, ma me l’hanno fatta pagare».
Il servizio dovrà essere rivisto, quando ripartirà?
«Io non farei mai una tariffa differenziata, per rispetto dei triestini. Poi, sinceramente non vedo il motivo di tanto innamoramento per il Tram. Il viaggio è bello, ma scomodo. Vedremo i risultati. Ma non credo sarà un trionfo».
Da uno a cento, quanto è certo si farà la cabinovia?
«Direi 98».
Nell’ultima intervista, a settembre, diceva 75.
«Quest’estate non avevamo certezza delle risorse ministeriali. Il ministro Matteo Salvini ora ha confermato i fondi».
Lei ha sempre detto che la cabinovia era un’occasione unica perché finanziata dal Pnrr. Ritiene sia giusto che ora a pagarla sia il governo?
«Non vedo dove sia il problema. Se è per questo, chi paga i danni delle alluvioni? E la manutenzione delle strade?».
In piazza c’erano più di quattromila persone per dire “no all’ovovia”. È sicuro di andare avanti con un’opera che una parte importante di Trieste non vuole?
«Quattromila persone sono il 2% dei triestini. E poi le ragioni del Comitato non reggono. Quando stavano raccogliendo le firme, ho mandato dei miei amici a firmare e chiedere il perché della protesta. Cosa rispondono? Che abbatteremo tutto il Bovedo. Follia».
L’Europa ha dato parere negativo. È certo che l’impatto ambientale della cabinovia sia contenuto?
«Farà diminuire il traffico per l’accesso a nord della città, e quindi anche l’inquinamento. E comunque nel Bovedo pianteremo solo tre piloni».
La Soprintendenza accorderà il tratto in Porto Vecchio?
«È la volta buona che mi prendo un avviso di garanzia...».
Ci sono già tre ricorsi al Tar.
«Non andranno da nessuna parte. Mi hanno fatto ricorso anche i giostrai quando ho detto no al luna park».
Il numero di passeggeri sarà garantito? Sarà sostenibile economicamente?
«A Bolzano la cabinovia fa due milioni di passeggeri l’anno. Non vedo perché non dovremmo farli a Trieste».
Porto Vecchio: cosa vedremo nel 2025?
«Entro l’anno sarà pronto il campus sportivo a Barcola. Andiamo avanti con il viale monumentale e in primavera consegniamo i lavori del parco lineare. Poi i cantieri dei magazzini della Regione».
Ci sono interessi per i palazzi che lascerà la Regione?
«Io non faccio altro che ricevere in ufficio gente interessata ad acquistare e investire».
I lavori del Museo del Mare al magazzino 26 dovevano finire in febbraio, ma non sarà così: cosa succede?
«Il cantiere non è semplice. In ballo ci sono 33 milioni. Ho incalzato il titolare a finire quanto prima».
Quando verrà indetta la gara del project financing?
«Adesso ci sarà la Conferenza dei servizi. Confido di andare a gara entro la primavera».
Potrebbe arrivare una proposta migliore di Costim?
«Dopo il Carciotti, mi aspetto di tutto. Lì doveva esserci solo Generali e le offerte sono state tre. Quindi, in Porto Vecchio, che vinca il migliore».
Peraltro, il Leone si è aggiudicato l’asta per un soffio: una vittoria già scritta?
«Io do l’indirizzo politico, dico chi mi piacerebbe vincesse. Ma non influenzo la gara».
Un’indiscrezione: Generali e Fincantieri entreranno nella partita del Porto Vecchio. La conferma?
«Potrebbe essere».
La Triestina spinge per gestire il Rocco. È favorevole?
«Sì, se vogliono farsi carico della manutenzione e di fare i concerti. Il privato può fare meglio del pubblico».
Il risultato più importante dell’ultimo anno?
«Il Carciotti alle Generali».
E una cosa di cui si dispiace?
«I rapporti con l’opposizione. Non mi sono mai arrabbiato come nell’ultimo periodo».
Al momento di votare il project per Porto Vecchio il centrosinistra ha abbandonato il Consiglio comunale. Non le dispiace aver approvato la delibera più importante del suo mandato in un’aula semi deserta?
«Certo, ma la figura è stata loro. Potevano astenersi. Noi avremmo vinto in ogni caso».
In quelle sedute ha fatto discutere il voto del presidente dell’aula Francesco Panteca al suo posto durante l’esame di un emendamento. Ma è andata davvero così?
«Per l’amor di dio. Ero lì, seduto lì accanto, con il telefonino, e ho detto: vota. L’opposizione avrebbe avuto ragione a protestare se fossi stato altrove, ma ero lì, a dieci centimetri. Peraltro, anche senza quel voto, c’era il numero legale».
Quindi non lo ritiene un errore?
«Assolutamente no. E non puoi fare una denuncia per questo. Francesco Russo non lo perdonerò mai».
Una persona a cui vuol chiedere scusa c’è?
«Mia madre, per non averle dedicato abbastanza tempo».
Il 2025 sarà finalmente l’anno di svolta per il Biserini?
«Sì. Abbiamo 11 milioni pronti. Ora si va a gara».
Quando verrà presentato il project per l’Acquamarina?
«A settimane. In corsa ci sarà Myrtha Pools di Castiglione. Si occuperà sia della costruzione che della gestione».
E l’Acquario? È fermo da quattro anni.
«Bisogna mettere un nuovo sistema di pompaggio. Il progetto è stato fatto male a monte».
Il pavimento di piazza Unità è davvero una priorità?
«L’altro giorno una signora è caduta davanti alla fontana e si è rotta il ginocchio. Non mi ha querelato solo perché è una mia elettrice. Quel pavimento è un disastro, mancano i giunti di dilatazione».
La Stazione centrale tutta ingabbiata non è un bel biglietto da visita della città. Ne ha parlato con le Ferrovie?
«Dopo cento fallimenti, finalmente hanno un bel progetto. Può darsi che venga sfruttata anche la parte superiore».
La fine dei lavori nell’ex Polstrada di Roiano era stata annunciata per il 31 gennaio: ci siamo?
«Stanno ultimando la parte sopra. Ci siamo».
La delibera sull’asilo nido è ferma da mesi. Quando si sbloccherà la situazione?
«A inizio anno. In due sedute le approviamo».
Ma è certo che l’affidamento pubblico-privato dell’asilo sia la scelta migliore? Angela Brandi, collega di Forza Italia, è contrarissima.
«Più fai lavorare il pubblico e più costa, mentre più fai lavorare il privato e più guadagna. Bisogna metterli insieme».
In novembre ha scritto al ministro Giuseppe Valditara per chiedere più contributi per le scuole d’infanzia comunali: le ha mai risposto?
«No. Aspettiamo».
Perché non istituire una sezione slovena nell’asilo di San Giovanni?
«Chiedo: tra gli sloveni ci sono i numeri a sufficienza? Mi sembra una richiesta più politica che di necessità».
Come sono i rapporti all’interno della giunta?
«Possono esserci visioni diverse su alcune situazioni. Ma non ho mai avuto problemi».
L’assessore Giorgio Rossi non nasconde del malcontento per i fondi destinati alla cultura, a suo dire pochi.
«Poi però sul Sole 24 ore Trieste è prima per cultura e tempo libero».
Nella classifica della qualità della vita, però, Trieste nel 2021 era prima. Quest’anno è 19esima. Perché?
«Tante volte sono stato primo, altre volte no. Bisogna leggere tutti i criteri».
Si troverà un accordo con Trieste Terminal Passeggeri per risolvere il problema della viabilità interrotta all’arrivo delle crociere?
«Il tema è restituire a Ttp i parcheggi tolti quando realizzammo la ciclabile. Si pensa a piazzale Straulino, ma lì c’è un contratto con Esatto. Io sono per trovare una soluzione».
E il progetto del park dietro al Silos, a che punto è?
«Stiamo aspettando la vendita. Ma tornando indietro lo avrei chiesto già alle Coop».
Perché sgomberare il Silos solo quest’anno?
«Non era così facile. Il tema migranti è in mano alla Prefettura, la magistratura avrebbe dovuto intervenire anni fa. Alla fine ho firmato l’ordinanza».
In Porto Vecchio dormono ancora decine di migranti: non è il caso di pensare a soluzioni più strutturali di uno sgombero?
«Serve una legge dello Stato. Passi lunghi e ben distesi».
I lavori annunciati mesi fa per l’ex Ostello scout non sono mai partiti, il centro è ancora a capienza ridotta. Quando prenderete in mano la situazione?
«Ogni volta c’è la Soprintendenza, l’Arpa e così via. Quando tutto è pronto, si va a gara».
E l’escalation di criminalità, come la valuta?
«Non ho mai visto girare tanti coltelli come ora. Bisogna prendere chi delinque e rispedirlo nel suo Paese».
Chi diventerà sindaco dopo di lei completerà il Porto Vecchio, si spera il Silos, l’ex Fiera. Che effetto le fa?
«Il sindaco non è eterno. Io sono felice così. Ho fatto tanto».
Un progetto da realizzare entro il suo mandato?
«Mi piacerebbe allargare la riviera di Barcola».
Chi si candiderà nel centrosinistra, per lei?
«Mitja Gialuz. Altri non li vedo. Francesco Russo finora ha perso contro tutti».
A destra il candidato sarà Massimiliano Fedriga?
«Lui continuerà a fare il presidente. Avrà il terzo mandato».
E chi, se non lui, sarà il suo erede?
«Io ho scelto il mio candidato. Ma non ve lo dico». —
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