Il sindaco Dipiazza: «Al lavoro sul nuovo progetto per riavviare il tram»

TRIESTE «Tutti sono favorevoli alla trenovia, è sicuramente un grande attrattore per la città». Il sindaco Roberto Dipiazza coglie al balzo la palla lanciata dall’assessore regionale Mariagrazia Santoro, che due giorni fa ha confermato la disponibilità della Regione a «fare la sua parte». A patto però che «ci sia un progetto»: «Ringraziamo la Regione per la disponibilità - risponde il primo cittadino di Trieste -. Stiamo lavorando alacremente per farlo ripartire quanto prima. Gli esperti valutano tutti i lavori urgenti da fare e, calcolando che entro marzo dobbiamo rifare la certificazione dell’impianto di risalita, coglieremo l’occasione per fare un po’ tutto».
Il progetto, quindi, arriverà. In questi giorni sono in corso gli incontri fra tecnici di Regione, Comune e Trieste trasporti per identificare tutti gli interventi da fare. Commenta in proposito Dipiazza: «Stiamo preparando quanto serve. I lavori da fare ci sono e sono rilevanti: ci sono binari da cambiare per tre curve, c’è da mettere l’impianto a terra, le suonerie ai passaggi e così via. Ma stiamo lavorando veloci e bene. Siamo moderatamente ottimisti».
Dopodiché, aggiunge il primo cittadino, «ricordiamo che c’è stato un incidente grosso e questo ha pregiudicato molte cose. Tutti concordano sulla necessità di far ripartire la linea, ma servono anche gli ok di enti superiori a noi come la motorizzazione e l’Ustif». Quanto all’ufficio ministeriale, il sindaco precisa che dopo qualche momento critico nelle settimane scorse, le tensioni si sono appianate: «Stanno mostrando una grande disponibilità, devo dire. Ed è giusto che sia così».
Sul tema è intervenuto ieri anche il consigliere regionale e comunale di Forza Italia Bruno Marini, che ha indirizzato alla presidente regionale Debora Serracchiani e all’assessore Santoro una duplice interrogazione. Marini chiede alla Regione Friuli Venezia Giulia di attivarsi «per reperire le risorse che saranno ritenute necessarie per il pronto ripristino del tram di Opicina e che da talune stime ammontano a circa 5 milioni di euro». Una cifra che, prosegue Marini, «evidentemente il Comune di Trieste non possiede». La richiesta del consigliere forzista è che la cifra sia inserita «almeno in parte già nella finanziaria 2018 che andrà in aula a dicembre».
Nella sua istanza il consigliere riflette sulla necessità del rifacimento e dell’ampliamento della linea: «Il tram costituisce non solo un unicum in Italia dal punto di vista tecnico ma anche un simbolo di riconoscibilità turistica poiché, al pari di altre sue celebrate icone quali il Faro della Vittoria e il castello di Miramare rappresenta da più di un secolo, l’immagine di Trieste nel mondo». E aggiunge: «Il recupero della funzionalità della trenovia di Opicina deve essere inquadrato in un più ampio contesto di rilancio e di dimensionamento di questa infrastruttura la cui tratta potrebbe essere aumentata fino ad arrivare alla stazione di Campo Marzio».
Marini spinge quindi sull’acceleratore e chiede alla Regione il suo impegno anche «per l’elaborazione di uno studio di fattibilità che preveda il prolungamento del suo percorso fino alla vecchia stazione di Campo Marzio». Ovvero, a grandi linee, quanto richiesto dalla petizione cartacea che è stata avviata in città nei giorni scorsi. La petizione in questione è stata avviata da Luigi Bianchi, presidente di CamminaTrieste, e da Mario Goliani, ex direttore compartimentale delle infrastrutture Fs a Trieste e presidente del Cifi Fvg, e ha trovato subito l’appoggio di tanti triestini.
Lo stesso si può dire della raccolta firme da record avviata da Il Piccolo attraverso la piattaforma online Change.org, che ha superato ieri le 15mila sottoscrizioni. Un risultato non da poco, che dimostra l’attaccamento della cittadinanza allo sfortunatissimo tram.
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