Il sindaco Dipiazza a Roma per la cabinovia di Trieste: confronto aperto con i ministeri
TRIESTE Prima una rapida riunione con i vertici del ministero delle Infrastrutture, quindi l’appuntamento nella sede di Ansfisa per concordare i lavori necessari alla ripartenza del Tram. Poi il meeting con il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano – interrotto per incontrare Giorgia Meloni – i cui uffici dovranno esprimersi sulla conformità urbanistica del progetto. In ultimo la telefonata al ministero dell’Ambiente, per accelerare l’istruttoria sulla Vinca di III livello già approvata dalla Regione. La lunga giornata romana del sindaco Roberto Dipiazza e del dirigente Giulio Bernetti, l’altro ieri, ha visto un’agenda fitta di impegni con l’obiettivo di ottenere altri «via libera» alla realizzazione della cabinovia. Un iter complesso e che lo stesso primo cittadino ieri su queste colonne dichiarava che da uno a cento si sarebbe concluso «direi 75».
Infrastrutture e Ansfisa
Partenza ore 6.40 con il primo volo da Ronchi, arrivo a Roma alle 7.45. Il primo appuntamento è al ministero delle Infrastrutture in piazzale Porta Pia, dove l’ingegner Bernetti riferisce di un «cordiale incontro» con il responsabile del Mit ai progetti Pnrr, che finanzia la cabinovia con 48,7 milioni sui 62 di spesa complessiva. «Il ministero – annota Bernetti – ha assicurato il massimo impegno». Risaliti in auto, sindaco e dirigente – presente anche il responsabile comunale Roberto Prodan – hanno quindi raggiunto la sede di Ansfisa in via del Policlinico, per concordare con i dirigenti dell’Agenzia gli interventi da realizzare sulla linea tramviaria. Al termine del confronto da piazza Unità arriva una nota stampa: la ripartenza del Tram di Opicina è prevista «entro fine anno».
Ministero della Cultura
L’appuntamento successivo è in via del Collegio romano con il ministro Sangiuliano, dovuto tuttavia assentarsi a metà riunione per raggiungere Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e rispondere dell’affaire Boccia. Prima, comunque, si discute del passaggio della cabinovia sul Porto Vecchio: un punto già inserito nel Piano regolatore dello scalo, stante le prescrizioni e i vincoli tecnico-architettonici già espressi dalla Soprintendenza e dal Mic. «Il tono è stato collaborativo», fa sapere l’ingegner Bernetti.
Ministero dell’Ambiente
Un forte temporale paralizza la Capitale dal primo pomeriggio e fa saltare l’ultimo meeting, recuperato a distanza con una telefonata alla viceministra all’Ambiente e Sicurezza energetica Vannia Gava. La chiamata è fondamentale. Il 29 maggio scorso la Regione aveva infatti approvato la Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) di III livello, necessaria a modificare il Piano regolatore dell’area e inserirvi il tratto di risalita della cabinovia sul sito protetto del bosco Bovedo. Negli stessi giorni il Tar si era tuttavia pronunciato su due ricorsi presentati da cittadini e associazioni ambientaliste, spingendo la giunta regionale a congelare il provvedimento, riscrivere la delibera e riapprovarla il 7 giugno. Per chiudere la pratica serve adesso un parere positivo dal Mase, che dovrà pronunciarsi sulle integrazioni alla procedura richieste alla Regione in agosto. «Ho chiesto di accelerare l’istruttoria: sono ottimista», fa sapere il sindaco. Il volo di ritorno atterra alle 23.30.
L’iter adesso
Tutto dipenderà dal Mase. In caso di esito positivo il Comune potrà chiudere la Valutazione ambientale strategica (Vas) della cabinovia, e procedere con l’approvazione della variante al Piano regolatore. A quel punto si aprirà la Conferenza dei servizi: tra i tanti pareri decisivi ci sarà quello di Mic e Soprintendenza sul passaggio dell’impianto a fune sopra l’area del Porto Vecchio.
I punti aperti: Tar e Terna
Restano alcuni punti aperti. Il Comitato No Ovovia è scettico sulla possibilità di un semaforo verde dal Mase, considerando che nel suo pronunciamento il Tar che aveva già rilevato dei «vizi procedurali» nell’iter seguito dalla Regione nell’approvazione della Vinca. Tanto che al Tar è stato recentemente depositato un ulteriore ricorso per richiedere l’annullamento della delibera giuntale.
C’è poi la questione delle linee elettriche dell’alta tensione che – come riportava il dem Francesco Russo – Terna Spa chiede di spostare a fronte di una spesa di 984 mila euro più Iva e undici mesi di lavori. L’intervento, precisano dal Comune, è in ogni caso «già coperto dai ribassi in fase di gara».—
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