Il sindaco di Grado vuole la Git pubblica e contesta le vecchie nomine
GRADO. Sul “caso Git” irrompe il sindaco Dario Raugna. Stimolato dal consigliere comunale Claudio Kovatsch, infatti, il primo cittadino di Grado svela la sua posizione sulla società partecipata e bacchetta l’ex commissario. «Git deve diventare una società pubblica legata al territorio gradese. Va gestita con criteri meritocratici, di assoluta trasparenza e di imparzialità, cominciando dal reclutamento delle figure di vertice», dice Raugna. E non si ferma qui, come detto, replicando alle critiche di Kovatsch che «un mese prima di formalizzare la sua candidatura a sindaco, in qualità di commissario straordinario, nominò il rappresentante del Comune in seno alla Git impedendo che fosse la nuova amministrazione a occuparsene».
Il Comune di Grado, infatti, vanta all’interno della Git una quota azionaria di poco superiore al 10 per cento e ha il diritto di nomina di uno dei tre consiglieri che compongono il consiglio di amministrazione. Come precisa il sindaco, l’amministrazione comunale ha collaborato anche quest’anno a indicare le linee guida e i criteri cui il cda si deve uniformare nella gestione degli asset societari. «Mi piacerebbe comprendere - afferma Raugna - quali siano state le motivazioni che hanno indotto Kovastch alla nomina della signora Elda Felluga a un mese soltanto dalle elezioni e il ruolo giocato dal capo di gabinetto della governatrice Serracchiani, Agostino Maio, vero deus ex machina dell'operazione».
E aggiunge: «Volendo trattare di pesi, contrappesi, di chi rappresenta che cosa all’interno di Git, ovvero di governance, non possiamo prescindere dalla frequentazione dei corridoi regionali, dagli equilibri politici ivi presenti e dalle loro diramazioni sul territorio. Quello è il luogo in cui Git viene realmente governata, spesso in assoluta riservatezza, a tal punto - sostiene Raugna - che mi è capitato di apprendere dalla stampa circa la decisione assunta da Git di compartecipare a una società per la gestione delle Terme di Arta, quelle di Monfalcone e si dice, in futuro, quelle di Grado».
Una gestione quella di Arta che è del tutto slegata dalla gestione delle Terme di Grado, che continuano a essere gestite da Git in piena autonomia.
E dopo essersi tolto alcuni sassolini dalla scarpa, il primo cittadino entra anche sulla questione che riguarda la “legge Madia” sulle società partecipate. Secondo il sindaco non c’è ’obbligo per quelle società partecipate ritenute strategiche dalla Regione. «E a tal proposito - dice Raugna - non ci sono dubbi sul fatto che la Git, alla quale occorre riconoscere una concessione almeno trentennale o quarantennale, debba comparire in questo elenco. Va piuttosto messa mano all’assetto azionario, liquidando la parte Itur - sottolinea - che con il suo zero virgola rappresenta più un retaggio del passato che il contributo dei privati». E per finire l’ultima precisazione a Kovatsch sui tempi: il rinnovo del consiglio di amministrazione di Git (non dei suoi sindaci nominati lo scorso anno e in carica fino all’assemblea sociale di bilancio nel 2019) è previsto il prossimo anno.
@anboemo
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