Il sindacato: «Stephan Meran va trasferito». Il “no comment” del direttore del carcere
TRIESTE. Ci sono volute 48 ore prima che alcuni dettagli sull’aggressione di Alejandro Augusto Stephan Meran ai danni degli agenti della polizia penitenziaria trapelassero dal Coroneo. In precedenza, per casi analoghi, erano stati subito denunciati dagli stessi sindacati di polizia.
Il direttore della casa circondariale, Ottaviano Casarano, ha dichiarato di non voler rilasciare dichiarazioni sul grave episodio. Singoli operatori si celano dietro il massimo riserbo. Il “caso Meran” scotta. L’interesse mediatico sulla sua figura ha probabilmente imposto a tutti maggior rigore nei rapporti con gli organi di informazione.
Qualcuno ritiene sia meglio «spegnere i riflettori su Meran, lasciando sia la giustizia a fare chiarezza su quanto accaduto». Il Sappe, sindacato autonomo della polizia penitenziaria, preferisce non intervenire. Federica D’Amore, segretaria regionale del Sippe, sindacato della polizia penitenziaria, rifiuta di fornire ulteriori dettagli sul grave episodio, ma precisa che «Sippe aveva già pronosticato le grandi difficoltà che la Polizia penitenziaria di Trieste avrebbe incontrato nella gestione di questo detenuto e oggi, dopo l’episodio accaduto, ribadiamo la nostra preoccupazione temendo si tratti soltanto del primo di una lunga serie».
D’Amore evidenza che «la professionalità dimostrata dai poliziotti penitenziari nell’affrontare ottimamente la situazione è fuori discussione ma non si può fare affidamento solo sui Baschi Azzurri riponendo su di loro la responsabilità di gestire tale soggetto. Auspichiamo che l’Amministrazione si faccia carico del problema e trasferisca il detenuto in altro istituto maggiormente attrezzato ed adeguato alla sua condizione».
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