Il sindacato chiama Arvedi «Troppa ostilità politica»

Ai primi di settembre l’incontro con il proprietario nello stabilimento di Servola Palman e Salvaneschi: «Temiamo che il sindaco forzi la chiusura»
Di Silvio Maranzana
Silvano Trieste 22/07/2010 Ferriera, Conferenza Stampa Lavoratori
Silvano Trieste 22/07/2010 Ferriera, Conferenza Stampa Lavoratori

Il secondo infortunio verificatosi nel giro di tre settimane ha aggiunto preoccupazione a preoccupazione tra i dipendenti della Ferriera e ha fatto alzare le antenne anche ai rappresentanti dei lavoratori che in questi giorni si trovano quasi tutti in ferie, ma che comunque hanno preso contatti per sincerarsi delle condizioni del collega e venire a conoscenza delle cause che hanno provocato l’incidente. Il fronte sindacale sta già scaldando i motori comunque per i primi di settembre allorché all’interno dello stabilimento è previsto un incontro con il proprietario Giovanni Arvedi. «Un incontro che abbiamo sollecitato anche attraverso la governatrice Debora Serracchiani - afferma Franco Palman della Uilm - per fare il punto sugli investimenti del Gruppo a Servola, ma ancor più pressantemente per valutare il clima politico che si sta facendo sempre più pesante e che non promette nulla di buono dal punto di vista della tutela dei posti di lavoro». Secondo Palman, è sacrosanto che l’azienda «venga obbligata a rispettare le regole e che le emissioni ambientali debbano rispettare i parametri, ma senza che su tutto questo venga messo un cappello politico».

«Da parte nostra vogliamo comprendere - afferma ancora più esplicitamente Umberto Salvaneschi, rsu e anche segretario Uilm di Trieste-Gorizia - dove intende arrivare questo sindaco. Qualcuno sta anche facendo il conto dei cento giorni dal suo insediamento». Dipiazza aveva infatti affermato che entro cento giorni avrebbe attivato le procedure per arrivare alla chiusura dell’area a caldo. Uno scenario dirompente «proprio nel momento in cui finalmente si stanno facendo forti investimenti anche sul settore ambientale», tanto che Palman sottolinea come «il numero dei dipendenti abbia raggiunta quota 510 (senza contare l’indotto, ndr.) mentre è finalmente entrato nella fase produttiva anche il primo settore del laminatoio a freddo». Quanto tutto il laminatoio funzionerà a regime, in base allo stesso Piano industriale, l’occupazione dovrebbe ancora crescere in misura notevole. «Non vorremmo - afferma il segretario Fim-Cisl - che nonostante l’obiettivo miglioramento di tutti i parametri si voglia ora comunque chiudere l’area a caldo solo per dimostrare di aver finalmente mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale». E Palman già prefigura le prossime elezioni regionali tra meno di due anni con un possibile “ribaltone” politico anche lì e un allineamento sulla posizione del Comune che allora sì porterebbe a una rapida chiusura dell’area a caldo e per questo auspica che «immediatamente l’azienda cerchi un dialogo diretto con i cittadini per fare piazza pulita della propaganda politica».

Salvaneschi denuncia infine anche il fatto che il Comune abbia annunciato l’intenzione di acquistare in proprio una serie di centraline, «mentre sono già attive quelle ora gestite dall’Arpa che è l’organo giustamente preposto al controllo». E su questo argomento è intervenuto ieri lo stesso sindaco Dipiazza affermando di aver chiesto all’Arpa un incontro sulla centralina di San Lorenzo in Selva. «Dalle tabelle diffuse dall'Arpa - ha precisato Dipiazza - risultava un bollino rosso a indicare il superamento del limite annuale di sforamenti di PM10 per il 2015, poi scomparso dalla fine di luglio dello stesso anno. Nel 2016, dal 29 gennaio ad oggi, viceversa, compare il bollino rosso di avvenuto superamento senza che l'evento sia suffragato dai dati divulgati. La dinamica merita dei chiarimenti da parte dell'Arpa».

All’Arpa e in particolare al suo direttore Luca Marchesi e all’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito si è rivolto con una lettera anche il deputato Aris Prodani rilevando come l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) concessa a Siderurgica Triestina preveda una serie di prescrizioni, in particolare per l’aspirazione delle polveri, da ottemperare in sei mesi che sono scaduti il 27 luglio. Prodani in sostanza chiede per la seconda volta le modalità e le tempistiche con le quali sarà verificato se l’azienda ha ottemperato alle prescrizioni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo