Il sindacato autonomo “espugna” il Porto di Trieste
TRIESTE «Siamo molto soddisfatti. Ora ci sentiamo non solo legittimati, ma anche tutelati e abbiamo piena fiducia in questa Autorità portuale». Stefano Puzzer, leader del Coordinamento lavoratori portuali di Trieste (ora gemellato con l’Unione sindacale di base), 48 ore dopo aver pressoché paralizzato con lo sciopero dei soli propri aderenti il porto di Trieste, canta vittoria. L’Allegato VIII del Trattato di pace, cavallo di battaglia del Clpt, oltre che di tutti i movimenti politici indipendentisti triestini, definito dalla Cgil «estraneo alla materia sindacale», è entrato nel provvedimento emesso ieri dal commissario dell’Authority Zeno D’Agostino che recepisce molte istanze dei manifestanti.
Tra le clausole in premessa si citano nell’ordine la legge 84 del 1994 sui porti e subito dopo l’articolo 19 dell’Allegato Ottavo del Trattato di pace del 21 marzo 1947. «Tra Clpt e Autorità portuale - ha rilevato ieri pomeriggio in una nota il sindacato autonomo forse forzando un po’ l’interpretazione del provvedimento - si è raggiunto un accordo in merito all’istituzione di una commissione che esaminerà congiuntamente l’Allegato VIII che è legge vigente all’interno del Porto Franco internazionale di Trieste al fine di renderlo applicabile ai giorni nostri. La maggior soddisfazione per il Clpt - conclude la nota - è che sia per il Prefetto che per l’Authority è chiaro il concetto che noi non siamo un movimento politico, ma un sindacato autonomo che si preoccupa di far valere e rispettare i diritti dei lavoratori».
Sindacato o movimento che sia, è comunque come singola sigla, maggioritario all’interno del porto e da ieri intende porsi come interlocutore privilegiato dell’Autorità portuale. «Non facciamo la guerra agli altri sindacati - commenta Puzzer - ma da loro non ci sentivamo e non ci sentiamo rappresentati. Per noi parlano i numeri: i nostri tesserati hanno raggiunto quota 220 (per fare un paragone, quelli di Filt-Cgil sono 140), allo sciopero indetto da noi ha partecipato il 90% dei lavoratori, alle manifestazioni hanno preso parte 300 persone di cui l’85% lavoratori dello scalo e il 15% cittadini nostri sostenitori. Non c’era nemmeno un rappresentante del porto di Capodistria nonostante maligne affermazioni contrarie».
Come ha informato la stessa Autorità portuale in una propria nota, alla conclusione della vertenza si è giunti solo ieri mattina con la firma del Prefetto Francesca Adelaide Garufi sul provvedimento del Commissario. «Il Prefetto ha sottolineato l’esigenza - si legge - che la complessità della realtà portuale trovi, nell’Authority un momento di coordinamento e una cabina di regia. Prefetto, Autorità portuale ed organizzazioni sindacali hanno quindi auspicato che, dal provvedimento emesso, possa scaturire una modalità di gestione delle relazioni industriali all’interno del porto che possa sempre comporre i conflitti prima della loro insorgenza».
Il Commissario D’Agostino, ringraziando il Prefetto per la sua opera di mediazione, ha comunque concluso con una stoccata al Clpt: «È stato uno sciopero sbagliato che si poteva e doveva evitare - ha affermato - frutto del sovrapporsi di tante diverse motivazioni, malesseri reali dei lavoratori e ragioni politiche estranee alla vita del porto. Da oggi si deve voltare pagina e costruire un sistema che, con il dialogo fra le parti, eviti sempre il conflitto. Questo è il vero modo per rilanciare il ruolo internazionale del Porto di Trieste».
Successivamente, come ha informato il segretario generale dell’Authority Mario Sommariva, si è svolta la prima di una serie di riunioni del Tavolo prefettizio sugli aggiornamenti giuridici, normativi e tecnici del Protocollo per la sicurezza in porto e sulle modalità dell’accesso ai terminal dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls). Il termometro di come il clima sindacale dentro il porto sia cambiato negli ultimi mesi è dato anche dal fatto che tutti e tre i rappresentanti: Stefano Saitta, Fulvio Zullich e Daniele Vatta sono tesserati del Clpt. Se la nuova legge non abolirà il Comitato portuale, in scadenza nella primavera 2016, il Clpt rischia di fare il pieno anche qui, ma c’è chi sostiene che per qualcuno di loro potrebbero addirittura aprirsi le porte del Consiglio comunale.
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