Il Sincrotrone iraniano nasce a Trieste
TRIESTE Sarà Trieste a fornire il know how per la realizzazione non distante da Teheran di un Sincrotrone da 300 milioni di euro, mentre a Basovizza nell’ambito di Elettra sarà installata una nuova linea di luce da trasferire successivamente in Iran con un ulteriore investimento di 5-6 milioni. L’Accordo che prevede questi obiettivi è stato sottoscritto ieri nel palazzo della Regione di piazza Unità, alla presenza della governatrice Debora Serracchiani e del viceministro alla scienza, ricerca e tecnologia della Repubblica islamica dell’Iran, Vahid Ahmadi, dal presidente e ad di Elettra Sincrotrone Trieste Alfonso Franciosi e da Javad Rahighi direttore dell’Iranian light source facility (Ilsf) che è la nuova infrastrutura di ricerca per l’utilizzo della radiazione di sincrotrone che sorgerà in prossimità dell’Imam Khomeini science and technology park nella provincia di Qazvin, 150 chilometri a Nord-Ovest di Teheran.
L’accordo comprende in particolare la formazione di personale tecnico-scientifico iraniano e lo sviluppo della comunità iraniana degli utenti di luce di sincrotrone e include la progettazione congiunta di una nuova linea di luce e di una stazione sperimentale finanziate dal Ministero della scienza e della tecnologia iraniano che da Basovizza sarà trasferito appunto nella provincia di Qazvin. La nuova linea utilizzerà i raggi X prodotti da Elettra per analisi spettroscopiche su diversi tipi di materiali. Consentirà di effettuare a Basovizza studi di fenomeni chimici e biologici coinvolti, ad esempio, nei processi di contaminazione di aria, acqua e terreni, ma anche di avanzare nella conoscenza di processi catalitici di interesse industriale per migliorarne l’efficienza e diminuirne l’impatto ambientale o nella caratterizzazione e conservazione di beni archeologici e artistici. Sarà dedicata per una percentuale del tempo agli utenti dell’ente finanziatore e aperta alla comunità italiana e internazionale per il tempo restante.
In questo modo saranno formati i tecnici del progetto Ilsf che, partito nel 2010, è cresciuto fino a coinvolgere oltre un centinaio di fisici e ingegneri specializzati in diversi ambiti e sta entrando in una fase dettagliata di progettazione di una sorgente di luce di sincrotrone di terza generazione. L’inizio dell’attività è previsto per il 2025. A Basovizza, com’è stato illustrato da Franciosi, all’esperienza ormai ventennale di Elettra Sincrotrone Trieste, si aggiunge quella sviluppata recentemente con la costruzione di Fermi, una delle sole quattro sorgenti di luce di quarta generazione attualmente disponibili al mondo. Le altre si trovano a Zurigo, ad Amburgo e in Corea. Queste sorgenti, basate su laser a elettroni liberi, sono 10 miliardi di volte più brillanti delle sorgenti di terza generazione.
Serracchiani, dopo aver ricordato il suo recente viaggio in Iran e gli accordi già stretti di cui alcuni riguardano il porto di Trieste, ha affermato che le relazioni si faranno ancora più strette in aprile in occasione della visita che il premier Matteo Renzi farà a propria volta a Teheran.
E il sindaco Roberto Cosolini ha ricordato che il sistema scientifico ha garantito l’internazionalità di Trieste anche negli anni bui in cui la città aveva compromesso tutte le altre ragioni di internazionalità. Ma i rapporti tra Trieste e l’Iran sono di vecchia data. «Nel 1971 quando molti di voi non erano nemmeno nati - ha raccontato Reza Mansouri consigliere del viceministro Ahmadi - venni invitato da Abdus Salam a seguire un worshop all’Ictp di Miramare. Nel 1979 l’Iran è stato isolato dal mondo, ma l’Ictp e Trieste hanno continuato a essere per me un faro». E lo stessi viceministro Ahmadi ha svelato altri retroscena: «Quando l’Ictp entrò in crisi finanziaria, Salam disperato si rivolse ai governanti dei Paesi emergenti per chiedere un prestito. L’Iran, che era appena uscito da otto anni di guerra, inviò a Trieste 5 milioni di dollari raccolti nell’arco di dieci giorni soltanto».
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