Il Silos di Trieste verrà venduto entro fine settembre: ecco come procede l’operazione di bonifica avviata da Coop
Il rogito notarile in agenda a fine mese. Partita la sinificazione: nel magazzino le tracce della vita dei migranti
![Fotoservizio di Andrea Lasorte](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/46d41343-b67e-4f8c-b62e-769ad1539672/0/bonifica-del-silos-di-trieste-magazzino-vicino-alla-vendita-coop-avvia-loperazione-di-pulizia_silos.webp?f=16%3A9&w=840)
Il silenzio assoluto è interrotto solo dai nebulizzatori di soluzione disinfettante, imbracciati dagli addetti della ditta incaricata di rimuovere i tanti segni lasciati dai migranti. A terra, dentro e fuori il magazzino, ci sono strati e strati di scarpe spaiate, abiti consumati, lattine, scatolette di tonno, lamette per la barba. Un’umanità sommersa tra centinaia di tende che, sotto i colpi della bora, tremano e ricordano il rumore dei ratti. Ma anche i topi sono andati via, eliminati con il veleno o spinti altrove in cerca di cibo.
![La bonifica del Silos (Lasorte)](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/eae26962-32d5-4848-bb51-7d514af41060/0/bonifica-silos_b32d7a03-600f-4c6e-b0f3-abbac5455254.webp)
La bonifica del magazzino
La bonifica del Silos è iniziata ieri mattina, mercoledì 18 settembre. I minivan dell’impresa di disinfestazione Sgd di Treviso hanno varcato il cancello dell’immobile pochi minuti dopo le nove, dando inizio all’operazione di pulizia e sanificazione dei terreni e dei ventiduemila metri quadrati della struttura per i quali Coop Alleanza 3.0 ha firmato un preliminare di vendita con l’impresa Schwarzer Felsen Immobilien Gmbh di Klagenfurt. Il vento solleva goccioline di disinfettante e profuma l’aria di alcol e agrumi.
Il preventivo
«L’operazione non sarà semplice», constata il consigliere di amministrazione di Coop Nico Costa, arrivato per un punto stampa sotto le arcate dell’edificio. Ci vorranno minimo due, forse tre settimane per completare la bonifica, impiegando squadre di sei persone per nove ore al giorno. Inizieranno con la sanificazione di tutti gli spazi, servendosi di automezzi e nebulizzatori, poi con la rimozione dei rifiuti ammucchiati e i loro conferimento, separandoli nella misura del possibile. Il preventivo è di 200 mila euro a carico di Coop Alleanza 3.0.
L’umanità nascosta
Il bobcat dovrà spalare anni e anni di umanità nascosta in quello che per tanti era diventato l’ultimo approdo della rotta balcanica. Indumenti dimenticati dai richiedenti asilo il 21 giugno scorso, quando le forze dell’ordine e i volontari di Unhcr sono entrati per accompagnarli verso le corriere dirette in Lombardia. E poi ci sono scarpe da ginnastica spaiate, impossibile contarle, alcune hanno misura da bambino.
Il pavimento scompare sotto strati di abbandono, mutande da uomo cementificate nel fango, calzette morsicate, teli termici donati dalle associazioni, spazzolini da denti, zainetti contenenti i pochi averi dei profughi, ottenuti chissà dove, chissà come. «Serviranno almeno trenta cassoni per portare via tutte queste cose», calcola Francesco Maiano, responsabile dell’operazione per Sgd.
Ricordi dello sgombero
«La parte più impegnativa sarà lo sfalcio dell’erba tra le due strutture», racconta, perché quel pezzettino di verde è stato utilizzato come latrina da migliaia di persone. Nel corso della notte tutte le attrezzature dell’impresa, trattore e trinciaerba, saranno riposte in un container portuale e per tutta la durata dell’intervento sarà istituito un presidio di sorveglianza fissa, per l’incolumità di quegli operatori che dovranno muoversi nel Silos, memori delle ripetute incursioni di senza fissa dimora avvenute anche durante l’estate.
Il responsabile ufficio stampa di Coop Alleanza 3.0 Francesco Reggiani accompagna i giornalisti all’interno dell’immobile: sui cancelli e alle entrate transennate dai teli di plastica verde è ancora esposta l’ordinanza di sgombero. La bonifica inizia: il Silos è deserto, non c’è più nessuno.
Non ci sono più neanche i ratti
Non ci sono più neanche i ratti, perché nelle scorse settimane Coop ha provveduto ad attuare nove cicli di derattizzazione. A terra si contano alcune misere carcasse di quei roditori, andati a morire tra cuscini e coperte, o sulla cenere di quei focolai accesi dai profughi per scaldarsi e che talvolta originavano piccoli incendi. Ma i topi hanno smesso di scorrazzare nell’edificio anche perché sono state rimosse quelle ragioni che li attiravano: avanzi e fonti di calore.
Il silenzio assoluto
Lasciandosi alle spalle le arcate c’è chi prova a immaginare un futuro diverso per quel luogo: un centro commerciale o un ristorante forse, un struttura polifunzionale come prevede il progetto dei nuovi i proprietari.
Il rogito notarile verrà firmato entro il 30 settembre ma oggi il magazzino è ancora vuoto e non vi rimangono che il bobcat dell’impresa di pulizie e le indelebili immagini delle ultime testimonianze del passaggio di migliaia di migranti della rotta balcanica, profughi che lì vi avevano trovato rifugio d’emergenza al termine del proprio cammino. Indumenti e scarpe dimenticati prima di ripartire, innumerevoli tende fatte tremare dalla bora come fossero ancora abitate. Il silenzio del Silos è altrimenti assoluto. —
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