Il sì di Marial e Jacqueline: prima unione gay a Veglia
VEGLIA. È stato celebrato nei giorni scorsi a Ponte (Punat) il primo matrimonio sull’isola di Veglia tra persone dello stesso sesso. A pronunciare il fatidico sì sono state la fiumana (di origine friulana e vegliota) Marial Prota, di 25 anni, e l’italiana Jacqueline Zuzzi, di 27 anni. Per celebrare la loro unione civile le due donne hanno scelto lo splendido scenario dell’oliveto dell’azienda agricola a conduzione familiare Ulika, a Puntarska draga. Di fronte a una cinquantina di invitati, Marial e Jacqueline hanno coronato il loro sogno a quattro anni di distanza dal primo incontro, avvenuto in Italia.
Negli ultimi due anni le neospose vivono a Manchester: Jacqueline Zuzzi è maestra nella preparazione di cocktail, mentre Marial Prota lavora come cameriera. Marial peraltro è stata allieva della Scuola media superiore italiana di Fiume, il popolarissimo Liceo.
Ponte, località di villeggiatura dell’isola quarnerina, non è stata scelta a caso. Marial, come già detto, ha anche sangue bodolo, cioè di Veglia: ha puntualmente trascorso le estati nella località di Ponte, assieme alla sorella e alla madre. E qui vive anche la sua adorata nonna Antica, da tutti i familiari chiamata Anji. L’anziana, 83 anni portati benissimo, ha dichiarato nel giorno del matrimonio di essere felicissima dell’evento: «Posso dire che ora sia Marial che Jacqueline sono mie nipoti e lo sottolineo con orgoglio. Non ho mai visto nulla di strano in questa unione tra la mia nipote e la Zuzzi. Il loro è un amore sincero ed è quello che conta e mi rende serena. Sono molto emozionata».
Le nozze tra le due giovani sono state caratterizzate da momenti che si richiamano alle antiche tradizioni: in primo luogo va detto che non hanno trascorso assieme la notte prima del matrimonio e hanno potuto vedere i rispettivi abiti da sposa solo il giorno della cerimonia, davvero riuscita. Hanno entrambe confermato che continueranno a vivere nella città inglese e che vorrebbero avere dei bambini, da loro stesse partoriti.
Le unioni civili tra persone dello stesso sesso - introdotte con la legge votata nel 2014 - sono alquanto rare in Croazia, società che stenta ad accettare simili eventi essendo molto conservatrice in materia, specie nelle regioni a est del Quarnero e dell’Istria. Non poche volte si sono verificate aggressioni che hanno avuto per vittime omosessuali, uomini e donne, e sono avvenute anche a Zagabria, dove invece i gay pride non hanno mai causato problemi di ordine pubblico, a differenza di quanto accaduto a Spalato.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo