Il “sì” di Elisa e Cristina nato sugli spartiti musicali

MONFALCONE Un amore nato una quindicina d’anni fa sugli spartiti e coronato dall’abito bianco in un pomeriggio di luglio insolitamente accarezzato dalla brezza. Elisa Pacorig, presidente dell’Orchestra filarmonica di Monfalcone, e Cristina Semeraro, maestra de I piccoli cantori della città di Trieste, hanno avverato ieri il loro sogno d’amore e di diritti arcobaleno nelle sale dell’ex Pretura di Monfalcone, gremita come nelle grandi occasioni. Hanno detto sì, anzi precisamente «sì lo voglio», come nel più classico dei matrimoni, simbolicamente bagnate da una pioggia di petali rossi, ma soprattutto circondate dal saldo abbraccio di parenti, amici, colleghi.
Nessuno ha voluto rinunciare al lieto evento, il cui esordio è stato affidato alle raffinate note di quattro violini, una viola e un violoncello, suonati dagli allievi Caterina, Francesca, Elisa, Laura e Davide. Per l’apertura – una sorpresa, ma soprattutto un regalo alle spose – il quintetto ha scelto un’aria della Tosca, opera di Puccini molto amata dalla coppia originaria di Trieste, mentre l’happy end si è consumato su un trascinante Alleluia di Haendel. Il che, dopo dieci anni di convivenza in una casetta di Panzano, ci sta tutto a esprimere il grande e fatidico passo, reso possibile dalla norma approvata dal governo Renzi, la lungamente dibattuta legge Cirinnà.
Dunque per la seconda unione civile dell’era Cisint, la prima tra donne, un’Elisabetta Maccarini (consigliera M5S) in gran spolvero, traboccante di emozioni, si è prestata a indossare la fascia tricolore e a dirigere la cerimonia in qualità di consigliere comunale. Pare, come riferito dalla grillina, che le spose l’abbiano scelta anche per le simpatie verso il movimento pentastellato, in un’amicizia nata e fin qui vissuta soprattutto sui social.
In apertura Maccarini ha parlato di questa sua «prima volta» da officiante, che spera essere «la prima di una lunga serie», sottolineando la bellezza dell’amore che si respirava nella sala e dell’affetto dei presenti verso la coppia, «la più bella dimostrazione di ciò che Elisa e Cristina hanno seminato nella vita». «Mi rende orgogliosa essere qui – ha aggiunto – per il messaggio forte che oggi voi date». Al fianco della coppia i testimoni Andrea Semeraro, tenore alla Scala di Milano e fratello di una delle spose, e l’amica Alessia Zucca. «Sono molto felice per mia sorella – ha spiegato a margine il testimone – e che anche a Nord-est sia arrivata la civiltà. Ha compiuto questa scelta in primo luogo perché innamorata e poi per una vicendevole tutela, come avviene per tutte le persone che si amano e si sposano». «Il non averlo voluto fare di nascosto – ha concluso – è stato pure per dare un messaggio ad altre persone». Tra gli invitati pure il presidente Consiliare Walter Sepuca, vicino di casa delle due donne: «Sono delle bravissime ragazze, che vivono in totale armonia: non le ho mai sentite litigare. Sono contento per la loro scelta, da rispettare».
Come ogni unione che si rispetti, l’attenzione si è puntata sul look delle spose al loro ingresso: abiti (entrambe in bianco candido, ma con strass in vita e coprispalle rosso per Elisa, swarovski al corpetto per Cristina) e acconciature, un chignon e un boccoloso semiraccolto. La coppia è arrivata assieme sulla stessa auto, salendo insieme le scale e scambiandosi il boquet di rose e girasoli per non inciampare.
Durante la cerimonia non hanno smesso di cercasi con gli occhi, intrecciare le mani mentre Maccarini pronunciava la formula di legge, prima dello scambio delle fedi regalate dal fratello. Insomma, tutto come nel più tradizionale dei riti, ma con l’«atto di coraggio», come sottolineato nella cerimonia, di un amore vissuto a viso aperto. «Buon divertimento, buon proseguimento, buona vita a tutti» è stato il saluto della consigliera grillina.
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