Il senatore “invisibile” del Friuli Venezia Giulia

Il Pdl Bocca è di fatto sparito dalla regione che gli ha garantito un seggio blindato e, tra sviste e promesse disattese, non ha dato una mano nemmeno al turismo
Di Marco Ballico
Lasorte Trieste 04/02/13 - Stazione Marittima, Incontro PdL con Silvio Berlusconi
Lasorte Trieste 04/02/13 - Stazione Marittima, Incontro PdL con Silvio Berlusconi

TRIESTE. Ci vorrebbe “Chi l’ha visto?”, è la voce degli operatori del turismo, per sapere che fine ha fatto Bernabò Bocca, niente di meno che il numero due del Pdl al Senato in Fvg alle politiche di febbraio. Uno che, parola sua, avrebbe dovuto aiutare Renzo Tondo a vincere e, parola di Isidoro Gottardo, avrebbe poi dovuto sostenere il turismo regionale. Invece, né l’uno né l’altro. Tra gaffe e assenze Bocca, all’ambiente turistico, risulta “desaparecido”. Tra vincere e perdere c’è di mezzo il mondo, ma da chi è trovato davanti nella lista blindata direzione Palazzo Madama solo Silvio Berlusconi, la regione si aspetterebbe almeno un po’ di riconoscenza. Ma Bocca, in Fvg, non si vede. Anzi, quando gli si chiede di citare le aree del Paese da valorizzare, l’intervista con gaffe, parla di Umbria, Sicilia e Piemonte dimenticandosi clamorosamente della terra in cui è stato eletto.

A inizio estate due rapide visite ad Aquileia e in Carnia sono state motivo di incomprensione perfino con la dirigenza friulana di Federalberghi (Bocca è presidente nazionale dell’associazione), che nulla sapeva della presenza del senatore. Ma nemmeno Turismo Fvg ha mai incontrato il pidiellino piemontese che, per volontà berlusconiana e grazie al Porcellum, ha soffiato il posto a Giulio Camber. Neanche in campagna elettorale Bocca aveva preso stanza in Friuli Venezia Giulia. Lo si è visto a Milano, nello stand regionale alla Borsa internazionale del turismo. E poi al Là di Moret di Udine, nel giorno di chiusura della campagna per le politiche, quando spiegò di avere l’accettato l’invito del Cav ma preteso di scegliere «una regione virtuosa». Un attimo prima di sentenziare: «Da martedì faremo vincere Tondo». A Roma come a Trieste è andata diversamente, ma il posto sicuro, a Bocca, non lo poteva togliere nessuno. “Mister Geronzi” (il presidente di Federalberghi è marito dal 2007 di Benedetta Geronzi, figlia di Cesare, già banchiere potentissimo, ex presidente di Generali: matrimonio tra i più sontuosi degli ultimi anni), da senatore, membro della commissione industria, commercio, turismo, ha messo sinora assieme 115 assenze su 1.204 votazioni, ha cofirmato 9 ddl e una mozione e si è visto approvare un emendamento tecnico in tema di lavoratori stranieri. Quanto al turismo, a fine giugno c’è anche la sua firma in calce al ddl “Interventi per l'ammodernamento e la riqualificazione delle imprese turistiche e per il recupero del patrimonio edilizio delle strutture turistico-ricettive”.

Che cosa ne pensano i camberiani del “visitor” Bocca è noto. Il giorno dopo il voto di febbraio Bruno Marini fu il più caustico: «Pensavo che Bernabò fosse il figlio del partigiano Giorgio». «Scelte che si subiscono – aggiungeva Piero Camber –, ma abbiamo sempre giocato in maniera leale. Il turismo è uno dei nostri punti di forza, ci auguriamo che ci porti la sua professionalità». Auspici, al momento, senza riscontri. Lo rilevano per primi gli addetti ai lavori. Eppure il curriculum è pieno di cose. Quella degli hotel è una storia di famiglia. Il padre Ernesto è fondatore del gruppo Sina. Terminati gli studi classici e ottenuto il diploma in economia nella scuola di Amministrazione aziendale di Torino, Bocca entra nel mondo dell’ospitalità alberghiera e nel 1990 è già presidente di Sina Hotels. Accanto alla crescita imprenditoriale, ecco un incarico dopo l’altro nelle categorie: nel 1996 è presidente di Federalberghi Toscana, nel 1997 di Confturismo Toscana, nel 2000 di Federalberghi nazionale, nel 2001 vicepresidente di Confcommercio, nel 2002 presidente nazionale di Confturismo, nel 2006 l’ingresso nel comitato di presidenza del Cnel e nel cda dell’Agenzia nazionale del Turismo. Raggiunto in vacanza, il senatore fa sapere di essere «in costante rapporto con i referenti del Pdl del territorio» e altrettanto con i parlamentari eletti. L’obiettivo, spiega, «è di trasmettere a Roma le problematiche legate alla regione». Un’ultima nota: «Mi sto impegnando per risolvere il nodo del roaming ed evitare costi aggiuntivi rispetto al piano telefonico dei cittadini Fvg».

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