Il San Polo fa i conti con mille pazienti in più

Nel primo semestre 15.769 accessi contro i 14.771 dell’anno scorso. Ma quattro infermieri in meno e l’attesa di tre medici
Di Laura Borsani
Bonaventura Monfalcone-11.04.2016 Pronto soccorso-Ospedale di San Polo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-11.04.2016 Pronto soccorso-Ospedale di San Polo-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

I numeri danno la misura della storica situazione del Pronto soccorso del San Polo, che continua a “filtrare” tutte le tipologie sanitarie. Siamo sull’ordine degli 80-90 accessi al giorno. Ma il dato più eloquente è proprio la discrepanza tra l’alto numero di accessi e l’invio al reparto dei pazienti. Ricoveri rappresentativi di circa il 10%. Per il resto c’è il ritorno a casa. Nei primi sei mesi del 2015, dal primo gennaio al 30 giugno, gli accessi al Pronto soccorso di Monfalcone sono stati 14.771. Di questi pazienti, 1.442, ossia il 9,76%, sono stati ricoverati, mentre 116, lo 0,79% sono stati trasferiti in altri ospedali. Sono stati, invece, 25 i pazienti deceduti. Il trend di alto afflusso si ripete anche nel primo semestre di quest’anno. Gli accessi sono stati 15.769, un migliaio in più rispetto allo stesso periodo del 2015. Sono stati 1.436 i pazienti ricoverati, quindi il 9,10%, e quelli trasferiti in altri presidi ospedalieri sono stati 183, ossia l’1,16%. I decessi, invece, sono stati 23, lo 0,15%.

Il Pronto soccorso rimane il punto di riferimento per antonomasia. Insomma, chi sta male si rivolge in automatico all’ospedale di San Polo. Un’attività, quella del Pronto soccorso di Monfalcone, che dimostra comunque un’alta dinamicità professionale, risultando tra i primi servizi in Friuli Venezia Giulia, in grado di dare risposte esaurienti in termini di visite e di ricoveri, ma anche di capacità di gestione nello smistamento delle più diverse situazioni e problematiche che si presentano. Un filtro, quindi, che funziona, ma a fronte di consistenti carichi di lavoro. Il numero dei medici, al momento risulta lo stesso dello scorso anno, in attesa dell’arrivo dei tre professionisti dedicati essenzialmente al servizio in ambulanza. Nel primo semestre di quest’anno, il Pronto soccorso ha invece lavorato con quattro infermieri in meno e attualmente ne sono stati assunti due.

Sono numeri che rendono evidenti le giornate difficili, che comportano lunghe attese per smaltire le code e dare tutte le risposte adeguate agli utenti.

Altri dati. Nel 2015 sono state operate a Monfalcone 6.613 persone, di cui nel primo semestre 3.408. Nei primi sei mesi di quest’anno siamo a quota 3.216. Parliamo sia di interventi a carattere di urgenza, sia ordinari e programmati. Quanto alle sole urgenze chirurgiche, nel 2015 sono state 942, mentre nei primi cinque mesi di quest’anno ne sono state registrate 377. Lo “storico” si continua a riprodurre, segno di capacità professionale ma anche di una situazione che durante il periodo estivo deve comunque tener conto delle ferie del personale e dei posti letto a disposizione. Il tutto considerando anche il ruolo della Week Surgery, di per sè funzionale ad abbattere le degenze, al fine di rendere più rapido il processo strettamente operatorio. Tuttavia, è capitato che circa una decina di pazienti, con la chiusura del servizio nel fine settimana, sono rimasti in carico all’ospedale. Altro aspetto è la situazione della Medicina riabilitativa e delle Rsa. In particolare, sono 8 i posti letto di Medicina riabilitativa ospedaliera per i casi più acuti, 12 i posto letto di Rsa riabilitativa per i casi meno gravi, appartenenti al distretto, e 30 posti letto di Rsa ordinari, di cui 5 di hospice, dedicati ai malati terminali.

Il passaggio ritenuto prioritario è rappresentato dal potenziamento della rete distrettuale, attraverso la costituzione dei Cap, i Centri di assistenza primaria, volti a raccogliere le domande dei pazienti che attualmente affluiscono al Pronto soccorso con ritorno a casa. A monte c’è invece la necessità di rivedere l’assetto dei ricoveri in Medicina e Rsa, al fine di permettere un maggiore tourn-over dei ricoveri, in grado di assorbire in tempi ragionevoli i pazienti che ancora non sono pronti alle dimissioni. Come spesso per gli anziani, portatori di più patologie. In questo quadro si inserisce la necessità di strutturare un percorso assistenziale-sanitario territoriale. In altri termini, si attende il completamento della riforma sanitaria proprio in ordine alla copertura territoriale, al fine di garantire un equilibrio e una maggiore appropriatezza dei servizi.

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