Il salvataggio di Autocrali è solo a metà

La Carini srl di Udine rileva alcuni rami d’azienda. Rimane l’officina non la concessionaria che sopravvive invece a Trieste
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 08.04.2015 Chiusa Autocrali Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 08.04.2015 Chiusa Autocrali Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«Un’operazione di salvataggio sì parziale ma che garantisce la continuità dell’attività». Il commissario giudiziale di “Autocrali” Giovanni Turazza commenta così gli ultimi sviluppi che hanno interessato la concessionaria Toyota di Gorizia, Trieste e Bagnaria Arsa: sviluppi che potremmo definire agrodolci. Martedì è stato, infatti, firmato l’accordo sindacale funzionale al trasferimento dell’azienda Autocrali alla società “Carini srl” di Udine che prevede l’affitto dell’azienda per 18 mesi con l’impegno irrevocabile d’acquisto di parte dei rami aziendali. Nella fattispecie continueranno a vivere sia l’area vendita che l’officina di San Dorligo a Trieste, l’officina sita a Gorizia e l’officina di Bagnaria Arsa. Abbiamo parlato di salvataggio parziale perché sono, invece, condannate alla cessazione la concessionaria di via Terza Armata a Gorizia unitamente alla carrozzeria che si trova sempre nella nostra città. In altre parole, sparirà dal capoluogo isontino l’attività di vendita a marchio Toyota: sopravviverà solamente l’officina mentre chi vorrà acquistare un’auto nuova prodotta dalla casa giapponese dovrà per forza di cose rivolgersi alla concessionaria di Trieste. Ed è una pessima notizia per la città che vede ulteriormente impoverito il quadro dell’offerta automobilistica.

Sul versante occupazionale, Autocrali contava 20 dipendenti, tutti con un contratto a tempo indeterminato in tasca. La Carini srl si è impegnata ad assumerne 13 mentre i restanti sette andranno in cassa integrazione per un anno. L’operazione è già stata autorizzata dal Tribunale di Gorizia. Come si ricorderà, Autocrali chiese, sua sponte, nei mesi scorsi, il concordato in bianco che vale la pena di sottolinearlo più volte, onde evitare fraintendimenti, non è il fallimento. Tecnicamente si tratta del ricorso che viene presentato al Tribunale dove si esprime la volontà di presentare una proposta ed un piano ai creditori, ma riservandosi di depositare i documenti e la attestazione entro il termine che il Tribunale assegnerà. Nel caso-Autocrali il termine dato fu di sessanta giorni, in seguito prorogato di ulteriori sessanta. Oggi, la notizia del salvataggio parziale.

«Purtroppo - spiega Pierpaolo Crali, il titolare di Autocrali - abbiamo pagato fortemente la crisi del mercato dell’auto. L’evoluzione è stata repentina. Ci siamo ritrovati fra il 2005 e il 2007 con il marchio Toyota in forte crescita e con la conseguente necessità di allargare la nostra attività. Abbiamo effettuato investimenti milionari quando il nostro fatturato era di 31 milioni. Poi, con la crisi, il fatturato è calato sino a 13 milioni e tutto nel breve volgere di pochi anni. A quel punto, è diventato difficile onorare tutti i crediti. Negli anni ci siamo appoggiati agli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e quant’altro) ma la situazione - commenta amaro Crali - è diventata ingestibile. Dai 43 dipendenti che contavamo ai tempi d’oro ci siamo ritrovati con una ventina. L’evoluzione odierna? Nel male, è la soluzione migliore. La famiglia Crali continuerà, comunque, ad operare all’interno della nuova struttura».

Resta l’amarezza per il triste destino della sede storica di Autocrali, in via Terza Armata. «Indubbiamente, è un brutto colpo per la città e per la nostra famiglia ma posso dire che ne usciamo con la coscienza pulita in quanto, in questi ultimi anni, abbiamo fatto tutto il possibile per salvare l’azienda ed i posti di lavoro. Comunque, gran parte dei rami d’azienda sopravviveranno con un nuovo marchio: Carini srl, che è “figlio” di Carini Auto che fa capo alla famiglia Cinelli e di Autonord Fioretto della famiglia Zanini».

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