Il sacerdote è stato aggredito alle spalle

Emergono nuovi dettagli dell’uccisione. Confermato l’arrivo dei Ris di Parma per il 20 agosto
Udine 19 Settembre 2012. Omicidio Burgato. Pm Danelon e tenente Pasquariello escono da tribunale dopo l' interrogatorio della ragazza cubana.Telefoto Copyright Petrussi Foto
Udine 19 Settembre 2012. Omicidio Burgato. Pm Danelon e tenente Pasquariello escono da tribunale dopo l' interrogatorio della ragazza cubana.Telefoto Copyright Petrussi Foto

Chi poteva avere l’interesse ad ammazzare don Giuseppe Rocco? Chi voleva far male a un prete mite e generoso al punto da strangolarlo? Custodiva forse qualche segreto? Attorno a questi interrogativi gravita l’inchiesta che il pm Matteo Tripani sta portando avanti con il sostegmo degli uomini del capitano dei carabinieri Fabio Pasquariello. Un’inchiesta ad handicap per il sempoplice fatto che la scoperta che non si trattava di una morte naturale ma di un omicidio è stata fatta alcuni giorni dopo il ritrovamento del corpo senza vita del sacerdote che viveva nella Casa del clero accudito dalla badante Teresa Dibitonto. Dopo ogni delitto, di solito, per le indagini si rivelano decisive le successive 48 ore. Poi le piste si raffreddano e l’inchiesta si trasforma in una salita. Tuttavia la Procura sembra già avere le idee chiare: l’assassino di monsignor Rocco va ricercato tra i frequentatori della foresteria di via Besenghi. Difficile sia un esterno, già scartata l’ipotesi della rapina finita male. Finora gli inquirenti hanno raccolto molte informazioni e molti elementi ma non hanno ancora indagato nessuno. Ieri s’era sparsa la notizia che fosse partito il primo avviso di garanzia ma il pm Tripani l’ha smentita seccamente.

Adesso il pm Tripani e i carabinieni aspettano che arrivino i Ris di Parma (saranno a Trieste il 20 agosto) per avere un quadro più chiaro della scena del delitto. Passeranno al setaccio con le loro sofisticate strumentazioni la stanza dove è morto don Rocco alla ricerca di prove biologiche e di eventuali impronte ma dovranno avere anche un po’ di fortuna per trovare qualche reperto utile alle indagini. Dopo il decesso, quando nessuno ancora ventilava l’ipotesi del delitto, quella camera è stata ripulita e disinfettata. Non dovrebbero neanche esserci tracce di sangue. Il prete è stato aggredito alle spalle e l’assassino gli ha cinto energicamente il collo con l’avambraccio all’altezza della trachea. Una stretta forte a un anziano sacerdote che era pieno di acciacchi e pesava poco. Non dovrebbe essere stato in grado, in quella posizione, di opporre resistenza e di graffiare (come accade spesso) il suo assassino. Ma i Ris non sono nuovi a colpi di scena. m.c.

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