Il rudere spettrale in cerca di riscatto

Esistono luoghi più adatti degli altri a rappresentare l'Altrove. Posti spettrali in cui i bambini si sfidano ad entrare, dove le coppiette si avventurano soltanto nelle giornate di sole. Uno di questi luoghi è il parco dell'hotel Obelisco che, appollaiato in cima all'altipiano, sovrasta dall'alto tutta la città. Basta superare la recinzione attraverso una delle tante aperture per trovarsi immersi in quell'esotico dietro casa che tanto ha stimolato la fantasia di Salgari e Stephen King. L'albergo sta per essere messo all'asta dal tribunale di Milano e, nelle speranze del Comune, potrebbe tornare ad avere un ruolo aureo nel sistema turistico cittadino. Nel frattempo, però, continua ad avere un disperato bisogno di ristrutturazioni.
Tempio di cemento
Nella dolina alle spalle dell'hotel giacciono in rovina da tre decenni le strutture sportive del parco. Furono realizzate da Gae Aulenti all’inizio degli anni Settanta: spogliatoi, servizi igenici e un piccolo bar inseriti in un gruppo di edifici in cemento a tronco di cono. I due laureati della facoltà di Architettura triestina Giulio Dagostini e Michele Parenzan spiegano nella loro tesi “Grand Hotel Obelisco e il giardino profumato” come quel progetto fosse frutto di idee all'avanguardia. L'entropia e i graffitari hanno avuto poca pietà: oggi il complesso sembra un ibrido fra un tempio azteco e un bunker nazista abbandonato nella giungla amazzonica.
L’area sportiva
La grande piscina è diventata uno stagno e un'incubatrice per zanzare: vi galleggiano lattine di birra (delle marche più svariate), frammenti di polistirolo, vecchie palline da tennis, bombolette di vernice. Qualche impresa edile poco ligia all'ordine costituito l'ha utilizzata come punto di scarico per gli avanzi di cantiere. Chiniamo il capo per infilarci in uno dei "bunker": le pareti intarsiate di scritte, dichiarazioni d'amore, esaltazioni dell'Avversario. A terra un tappeto di frammenti di polistirolo, mobilio distrutto da decenni di vandalismi. Una giacca abbandonata lascia pensare che qualcuno si sia riparato sotto a questo tetto per passare la notte. Oltre alla piscina risaliamo il pendio verso i vecchi campi da tennis: uno soltanto è in parte preservato, gli altri sono diventati distese d'erba.
L’albergo
Torniamo indietro e imbocchiamo la leggera scalinata che dall'area sportiva conduce alla struttura storica dell'hotel Obelisco. Gli ingressi alle diverse parti dell'albergo sono stati murati, ma in qualche punto i mattoni sono stati scalzati ed è possibile entrare. Anche qui scritte di ogni tipo, pure sulla terrazza più alta. Vien da chiedersi come abbiano fatto i graffitari ad arrampicarsi fino a lì. Dalle grate di una finestra si vedono i macchinari dell'impianto di riscaldamento, un intrico di tubi arrugginiti. Dall'altro lato della coltre di alberi arrivano i suoni del traffico sulla strada che porta a Opicina, basta traversarli per tornare all'Aldiqua.
Il potenziale
Ma non tutto è perduto. La tesi di Dagostini e Parenzan dimostra che un recupero è possibile: «L'hotel è congelato dal 1985 ma nel frattempo il turismo triestino è cambiato - spiegano -, passando da un paradigma di destinazione a quello esperienziale». Un mondo nuovo in cui l'Obelisco ristrutturato avrebbe forti potenzialità: «Se si guarda all’industria ricettiva triestina ci si trova davanti a un livello medio, con un solo hotel a cinque stelle - dicono gli autori della tesi -. C'è spazio anche per un tre stelle di qualità». In passato l'Obelisco soffrì una capacità ricettiva limitata (solo 28 stanze) e la marginalità rispetto ai circuiti turistici. La redditività era giocoforza scarsa. «Oggi però la sua posizione gli consentirebbe di fare da cerniera tra la città e l'esplorazione del Carso, senza dimenticare la possibilità del collegamento via treno alla Slovenia - spiegano Parenzan e Dagostini -. Un altro punto di forza potrebbe essere il turismo religioso».
La proposta progettuale
I due autori hanno elaborato anche una proposta di intervento: la parte sportiva verrebbe arricchita con un’area benessere; l'edificio principale rinnovato per ospitare un turismo di alto livello, più generoso. «A lato dell'edificio storico si potrebbe costruire un'area di bar e reception, affiancata da uno spazio per delle camere aggiuntive, più economiche. Così si alzerebbe a 70 la ricettività dell'hotel aumentandone la redditività». Idee per una rinascita.
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