Il ritorno delle maschere tra Dante e supereroi: tanta voglia di cantare e il pienone nei locali
MONFALCONE. Monfalcone si è ripresa il suo Carnevale. A dirlo non solo le oltre 2. 500 persone che alle 12, puntualissime, si sono presentate in piazza per ascoltare il Testamento e intonare le canzoni della tradizione (giuliana, più che bisiaca), ma le migliaia che al pomeriggio, complice la giornata di sole, anche se dalle temperature invernali, si sono date appuntamento in centro, pur prive della sfilata dei carri allegorici.
Unicorni e supereroi, giullari e diavoli, cuochi e principesse hanno fatto festa, all’insegna del classicissimo lancio di coriandoli e stelle filanti, ma anche ballando nei locali del centro dove hanno fatto tappa le percussioni dei Berimbau. In piazza i più piccoli hanno trovato invece ad attenderli animazioni, giochi, sculture con i palloncini, all’insegna di un intrattenimento che ha portato i bambini in centro ogni pomeriggio a partire da quello di Giovedì grasso.
Con sé il 138esimo Carnevale sembra aver portato la voglia di tornare a vestirsi in maschera, utilizzando con fantasia quanto si trova nei cassetti o costruendo costumi che hanno attirato l’attenzione di tutti, come quello da enorme canguro che alla mattina ha fatto bella mostra di sé sotto il municipio. C’è chi però ha anche omaggiato Dante e invece chi, come a ogni edizione qualche baldo ragazzo, ha scelto abiti molto più succinti, sfidando temperature non ancora primaverili.
Che l’appuntamento con il Martedì grasso sia ritornato quasi quello di un tempo lo hanno fatto capire anche i profumi di porchetta e frittelle che ieri hanno pure invaso il centro, dove sono ricomparsi i chioschi enogastronomici assenti ormai da un bel po’ dalle manifestazioni all’aperto.
«C’è tanta gente e anche gestire l’evento della mattina non è stato semplice viste le regole ancora in atto, ma non possiamo che essere soddisfatti degli sforzi fatti», ha detto il presidente della Pro Loco Franco Miglia, glissando sulle critiche sollevate alla vigilia dell’evento, che secondo qualcuno avrebbe dovuto essere cancellato a fronte dell’aggressione russa all’Ucraina.
«Credo che dopo i due anni che abbiamo passato ci sia la voglia di ritrovarsi e che questo nulla tolga alla solidarietà che la città ha messo in campo fin dal primo momento nei confronti dei cittadini ucraini», ha detto invece il sindaco Anna Cisint prima di fare gli onori di casa e aprire le porte del municipio a Sior Anzoleto per la lettura del Testamento, che nemmeno la pandemia ha potuto cancellare nel 2020 e nel 2021, pur costringendola alla diretta streaming.
«Tutto vostro il municipio ora», ha detto la prima cittadina ridendo per poi ascoltare ai piedi del balcone del palazzo le stoccate di Anzoleto e partecipare alla “cantada” assieme agli altri numerosissimi monfalconesi radunati in piazza della Repubblica. Che non fosse possibile dimenticare quanto sta avvenendo lo ha dimostrato del resto anche Sior Anzoleto che alla lettura del Testamento ha premesso un pensiero a quanti stanno soffrendo in Ucraina.
Quel «voglio fare un annuncio prima di cominciare» ha comunque fatto agitare più di qualcuno nella folla, preoccupato che Orlando Manfrini volesse parlare di un abbandono del ruolo vestito per quasi 60 anni, accompagnando la città nei suoi cambiamenti, ma restandone un punto fermo una volta all’anno. Di primavere ne avrà compiute 86, ma Manfrini ieri ha dimostrato ancora una volta di essere lui Sior Anzoleto Postier de la Defonta e che la coppia con Caldo Blasini nelle vesti del Notaio Toio Gratariol resta più salda che mai.
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