Il risiko elettorale puntato sul 2018

Il centrodestra all’assalto del governo Fvg prova a partire dal terreno più fertile

«Di Ferriera ci siamo occupati più volte in campagna elettorale. Cerchiamo di stare come cani da guardia su Serracchiani. Le stiamo alle caviglie, sia chiaro». Matteo Salvini, leader della Lega, chiarisce a inizio ottobre la posta in gioco. La Ferriera di Servola è da sempre il convitato di pietra di ogni appuntamento con il voto. Almeno da quindici anni a questa parte. Le regionali, in calendario nella primavera del 2018, non saranno un’eccezione. Le avvisaglie ci sono già tutte. Debora Serracchiani, governatrice del Friuli Venezia Giulia e vicesegretaria nazionale del Pd, è anche commissario per l’attuazione degli interventi nell’area di crisi industriale complessa della Ferriera. E, quindi, chi vuole spodestarla dalla Regione, su questo fronte non ha che da accomodarsi.

La strumentalizzazione politica è servita e passa ancora da Servola. Roberto Dipiazza, del resto, è riuscito a fare tre campagne elettorali sulla chiusura dell’impianto. «Un cancro da estirpare». «Un cadavere senza futuro». «Un mostro nel cuore alla città». Nel settembre 2005 noleggiò addirittura il Delfino Verde imbarcando giornalisti e politici per ammirare dal mare lo spettacolo siderurgico. «Vi porto all’inferno» disse con “occhi di bragia” come fosse Caron demonio.

La Ferriera, per il centrodestra, rappresenta un’ottima rendita elettorale. Alle amministrative di giugno Dipiazza firmò in televisione («Faccio alla Berlusconi») un contratto con i triestini con le dieci cose da fare nei primi cento giorni per avviare la chiusura dell’area a caldo. I cento giorni sono passati. E con essi è sparito (in pratica cancellato) anche il previsto cronoprogramma per la chiusura dell’area che era nel documento originale. «I primi cento giorni sono passati in un lampo e forse per questo a Dipiazza è scappato di mano qualche impegno preso», la replica sarcastica della presidente della Regione. «Fra le poche cose fatte, dei famosi dieci punti non c’è nulla che sia propedeutico alla chiusura del reparto a caldo della Ferriera. Ma non lo imputo a Dipiazza perché ho sempre saputo che non avrebbe potuto mantenere la promessa», la risposta piccata dell’ex sindaco Roberto Cosolini sconfitto alle urne per “eccesso di realismo”.

E così siamo a giocare alla Ferriera. Un risiko elettorale senza fine. A livello regionale la dismissione della Ferriera portò bene a Renzo Tondo. «Lo dico chiaro e tondo: sono per la chiusura della Ferriera», furono le sue ultime parole famose (il 3 aprile 2008). Otto anni dopo il centrodestra prova a costruire sulla Ferriera la sconfitta prossima ventura di Serracchiani. Per la Regione e il governo di Renzi Servola rappresenta la «prima vera riconversione industriale» d’Italia. L’unica finora riuscita. Così si spiega lo scontro frontale in atto tra il Comune e la Regione. La prima mossa del sindaco è stata a settembre la richiesta alla Regione della revisione dell’Aia sul fronte dell’inquinamento acustico. Irricevibile. «Non decido mica io», rispose Serracchiani. Il Comune di Trieste, in pratica, ha sbagliato indirizzo. Molto rumore per nulla. Come accade ormai da tre lustri. (fa.do.)

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