Il risiko delle candidature tra attese e rischi Vietnam

L’azzurra Savino all’uninominale per la Camera. Rosato e Iacop capilista nei listini. Il pentastellato Patuanelli in corsa per il Senato. LeU si affida a Pegorer e Pellegrino

TRIESTE. Si decide tutto a Roma e ci vorranno ancora un paio di settimane. La composizione delle liste per le elezioni politiche in Friuli Venezia Giulia è alle battute conclusive, con il termine del deposito fissato per fine mese, ma i partiti locali poco potranno se non consegnare elenchi di nomi graditi, che saranno poi i vertici nazionali a selezionare e utilizzare fra Camera e Senato, nel difficile gioco di incastri tra esigenze territoriali, appartenenze di corrente, garanzia di candidature blindate ai big locali e forse anche a qualche “papa straniero”. Saranno dunque i tavoli nazionali a dare le carte e il discorso non vale solo per i partiti tradizionali, ma anche per il Movimento 5 Stelle, dal momento che la Casaleggio Associati si riserva la possibilità di spostare gli aspiranti fra uninominale e proporzionale, garantendosi così la scelta di chi collocare nei listini, dove i pentastellati contano di fare il vero risultato.



E così la segretaria regionale del Pd, Antonella Grim, ha portato due giorni fa a Roma la lista di nomi approvata dalle assemblee provinciali, mentre Liberi e uguali ha stilato un lungo elenco di candidati da suddividere nelle varie posizioni. Nel centrodestra, il coordinatore regionale Massimiliano Fedriga aspetta intanto che i referenti provinciali realizzino la propria rosa entro fine settimana: i nomi saranno poi scremati e sottoposti a Matteo Salvini. Sandra Savino svolge il medesimo ruolo di collegamento nei confronti di Arcore e lo stesso dicasi per Fabio Scoccimarro, in collegamento costante con Giorgia Meloni. I territori si limitano insomma a fornire la margherita, che sarà sfogliata dalle centrali di partito.



Un processo che durerà fino a poche ore prima della chiusura delle liste e che pertanto non consente per ora agli osservatori di andare oltre la costruzione di un variabile borsino delle candidature. Ipotesi che al momento vedono molti dubbi e qualche mezza certezza, ma che paiono diventare sempre più verosimili proprio nel collegio uninominale della Camera a Trieste, dopo le crescenti conferme di una candidatura di Debora Serracchiani per il centrosinistra, in probabile contrapposizione a Sandra Savino, visto che Fedriga sembra intenzionato a evitare il maggioritario per lasciarsi l’opzione di una corsa alle regionali senza che si debbano per questo tenere elezioni suppletive nel capoluogo. Nel Pd, appare sicura anche la collocazione di Ettore Rosato capolista al proporzionale della Camera e di Franco Iacop in quello del Senato.

Al proporzionale le idee sembrano chiare anche in Forza Italia, intenzionata a blindare la triestina Savino per Montecitorio e l’udinese Massimo Blasoni per Palazzo Madama. Se nella Lega non ci sono dubbi su Fedriga capolista alla Camera, più fumoso è lo scenario per il Senato, dove potrebbe fare ritorno l’ex Mario Pittoni. Fratelli d’Italia giocherà invece quasi certamente le carte dei due esponenti regionali di punta: Luca Ciriani al listino della Camera e Fabio Scoccimarro in quello del Senato, a meno che non decida di paracadutarsi la stessa Meloni.

Sfida Riccardi-Fedriga. Verdetto dopo il 4 marzo
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Più mosso si presenta infine il quadro nel Movimento 5 Stelle e nella sinistra di Liberi e uguali: tra i grillini è data per certa la designazione del triestino Stefano Patuanelli come capolista a Palazzo Madama, mentre per l’under 40 da piazzare alla Camera bisognerà attendere le parlamentarie. All’interno di LeU ballano invece i nomi del bersaniano Carlo Pegorer e dell’ex Sel Serena Pellegrino: entrambi papabili sia per Camera sia che per Senato.

Lasorte Trieste 06/10/15 - Via delle Torri, Gazebo Sciopero della Fame Marcello Di Finizio, Incontro con Movimento 5 Stelle, Patuanelli
Lasorte Trieste 06/10/15 - Via delle Torri, Gazebo Sciopero della Fame Marcello Di Finizio, Incontro con Movimento 5 Stelle, Patuanelli


Un vero Vietnam è invece il terreno dei collegi uninominali, dove gli incastri sono ancora molto incerti, con l’eccezione di Trieste. Se in tutti gli scenari quelle sul M5S sono mere speculazioni da verificare dopo le parlamentarie, non troppo diversa appare la situazione dei partiti tradizionali, con il Pd alla ricerca di candidati di bandiera per elezioni in salita quasi ovunque e il centrodestra ancora alle prese con la selezione. Ecco allora che i dem danno per scontata la candidatura di Giorgio Brandolin a Gorizia, mentre Ettore Romoli (Fi) fa più di qualche resistenza all’idea di un altro mandato a Roma, dovendo però fare i conti con l’assenza di altri candidati locali di peso. A Udine avanza invece l’ipotesi dell’azzurro Stefano Balloch, mentre i dem tentennano tra Francesco Martines, Gianna Malisani e Cinzia Del Torre.

Sfida Riccardi-Fedriga. Verdetto dopo il 4 marzo
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Il centrodestra battaglierà fino all’ultimo nella Destra Tagliamento, dove sia Fdi che la Lega vorrebbero spuntarla: i patrioti con Luca Ciriani, il Carroccio con Vannia Gava. A Pordenone il Pd punterà invece le sue carte sull’uscente Giorgio Zanin. Il centrosinistra deve invece ancora chiarirsi le idee per il collegio della montagna friulana, dove prende sempre più corpo la candidatura del carnico Renzo Tondo in rappresentanza della quarta gamba del centrodestra.

Altrettanto confusi gli scenari per gli uninominali del Senato, con Laura Fasiolo che potrebbe rappresentare il centrosinistra nel collegio di Trieste-Gorizia, scontrandosi forse con Fabio Scoccimarro, sempre qualora Fdi convincesse gli alleati di meritare un secondo posto blindato. Nel collegio Udine-Pordenone Blasoni sembra sopravanzare Pittoni, mentre i dem potranno scegliere qualcuno dei disponibili emersi nell’assemblea di Udine, pescando probabilmente tra Martines e Malisani. (d.d.a.)
 

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