Il ringraziamento di “AstroLuca” ai guru triestini delle diete spaziali

Da Houston Parmitano ha commentato lo studio Nutriss sull’alimentazione in assenza di gravità
Luca Parmitano, AstroLuca
Luca Parmitano, AstroLuca

TRIESTE «Allo stato attuale non ci sono le condizioni, ma in futuro non escludo la possibilità di venire a Trieste». Parola di AstroLuca, al secolo Luca Parmitano, intervenuto in videoconferenza ad un incontro svoltosi nell’auditorium “Luigi Broglio” di Roma assieme ai responsabili dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e ai giornalisti, presenti da remoto, ad un anno esatto dalla partenza della sua seconda missione. Un’occasione anche per analizzare i risultati degli esperimenti italiani realizzati durante i suoi 201 giorni trascorsi nello spazio. Uno di questi riguarda il progetto Nutriss, studio realizzato dalla clinica medica di Cattinara diretta dal professor Gianni Biolo.

La dieta dell’astronauta? Ora si prepara a Cattinara
Italian astronaut Luca Parmitano, member of the main crew of the expedition to the International Space Station (ISS), gestures prior to the launch of Soyuz MS-13 space ship at the Russian leased Baikonur cosmodrome, Kazakhstan, Saturday, July 20, 2019. (ANSA/AP Photo/Dmitri Lovetsky) [CopyrightNotice: Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved]


Parmitano nel periodo trascorso “tra le stelle” è stato sottoposto alla misurazione mensile della variazione di massa corporea totale e di quella muscolare, del tessuto adiposo e del volume dei fluidi intra ed extracellulari. Obiettivo della ricerca: studiare, attraverso il caso estremo dell’assenza di gravità, quali sono i meccanismi delle terapie che riguardano i pazienti acuti ospedalizzati, persone cioè che a causa di malattie croniche sono costretti a letto per molti giorni.

I test made in Trieste su “AstroLuca” incassano il plauso dei big dello spazio
Member of the International Space Station (ISS) expedition 60/61 Italian astronaut Luca Parmitano of ESA (European Space Agency) reacts after his space suits was tested prior to the launch of the Soyuz MS-13 spacecraft at the Russian-leased Baikonur cosmodrome in Kazakhstan on July 20, 2019. (Photo by Kirill KUDRYAVTSEV / AFP)


Da Trieste l’equipe del professor Biolo, per l’occasione quindi dietologo personale dell’astronauta, ha spiegato ad AstroLuca cosa era preferibile mangiare e cosa no, modulando la quantità di cibo in base alle variazioni di grasso osservate. «Lo studio mi dava non solo le indicazioni precise su quale fosse il miglior contenuto calorico di ciò che mangiavo - spiega Parmitano collegato da Houston - ma anche la possibilità di controllare il risultato a tempi cadenzati mentre ero in orbita. Così da Trieste mi giungevano le raccomandazioni per mantenere il fisico il più possibile performante. Durante la permanenza nello spazio non ho avuto grandi cambiamenti, né grandi scompensi di massa corporea e muscolare, e questi erano due fra gli scopi che ci eravamo prefissi con l’equipe prima della partenza».



Quali sono invece le ricadute che potrà avere il progetto Nutriss nelle future missioni, che prevederanno permanenze sempre più lunghe nello spazio, è lo stesso Parmitano a spiegarlo. «È chiaro che più guardiamo lontano e più è importante comprendere che il cibo da noi ingerito abitualmente ha effetti diversi sulla fisiologia. Perciò comprenderli bene in modo da poter bilanciare quello che ingerisce l’astronauta è indispensabile».

Ora l’obiettivo è quello di portare Parmitano a Trieste per fargli conoscere da vicino chi ha gestito da remoto la sua dieta nel corso della sua permanenza nello spazio. Una visita prevista, in un primo momento, fra aprile e maggio scorsi, ma giocoforza rinviata a data da destinarsi a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza Covid.

In attesa di vedere AstroLuca sul suolo giuliano, la Clinica universitaria di Cattinara proseguirà l’attività di monitoraggio della dieta su altri astronauti. «A breve inizieremo a seguire un nuovo astronauta, sempre dell’Agenzia Spaziale Europea - anticipa il professor Gianni Biolo - e in futuro non escludiamo di avviare una collaborazione con la stessa Nasa». —


 

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