Il rilancio di via Flavia a Trieste tra nuove aperture e crescita del commercio
TRIESTE Dalle ultime rilevazioni commerciali, commissionate da quanti hanno interesse a investire su quella zona, risulta che lungo l’asse di via Flavia ogni giorno transitino in media 65 mila automobili. A bordo, una, due, a volte tre persone: tutti potenziali clienti. Numeri che negli ultimi anni hanno stimolato diverse insegne della grande distribuzione ad aprire un punto vendita in quell’area della periferia Est della città: senza alcun dubbio quella che ha raccolto il maggior numero di nuovi insediamenti, tanto da cambiare proprio volto.
Dal 2018 in poi
Basti pensare che su quella via nel 2018 ha aperto un supermercato a marchio Eurospar e l’anno successivo è stato inaugurato Obi. Poi sulle ceneri del concessionario Lucioli sono stati costruiti i punti vendita McDrive e Roadhouse. Nel 2020 è stata la volta di Nora Auto prima e di Cussigh Bike poi, mentre da pochi mesi ha aperto Poltrone e Sofà.
Altre catene stanno mettendo gli occhi su quella via e quindi la proposta commerciale si amplierà ulteriormente.
La rinascita del bar Flavia
Intanto, proprio alle porte di quel tratto della lunga arteria che collega Valmaura a Domio, per precisione in piazzale Cagni, prima della fine dell’anno si registrerà un’ulteriore novità: la famiglia Maritani, una delle eccellenze regionali della pasticceria, ridarà vita allo storico bar Flavia.
Un luogo iconico e un punto di incontro ultraclassico per chi vive in zona e non solo, chiuso lo scorso gennaio e ora in uno stato di abbandono. Il contratto di locazione con la proprietà dell’immobile a pianta circolare è stato firmato. A breve partiranno i lavori che trasformeranno quella struttura, senza snaturarla, nel quinto locale dell’azienda Maritani, già presente a Trieste in piazza Tommaseo con una pasticceria di classe.
Grande fascino e forti potenzialità
«Da non triestino, ho sempre trovato che quel locale avesse un grande fascino, e forti potenzialità», così Paolo Maritani che in azienda si dedica alla gestione dei locali e delle risorse umane, mentre l’arte della pasticceria è nelle mani del fratello Sandro, l’unico in regione a far parte dell’Accademia italiana dei Maestri pasticceri e che con le sue capacità ha traghettato l’azienda di famiglia nel gotha della pasticceria italiana. «Abbiamo deciso di fare questo passo – aggiunge l’imprenditore – perché sappiamo di avere alle spalle una bella squadra: senza dipendenti capaci e seri questi rischi imprenditoriali non si corrono. Puntiamo ad aprire entro l’inizio delle feste natalizie».
Nel nuovo locale, dove ovviamente la pasticceria sarà protagonista anche con un’area di produzione a vista, si potrà bere un caffè, fare un pranzo veloce, bere un aperitivo.
I pionieri di Pane quotidiano
Un altro investimento quindi, un’altra azienda che ha deciso di puntare sulla periferia piuttosto che sul più turistico centro, considerando comunque come l’ex bar Flavia abbia una posizione strategica, la possibilità di parcheggio, gli alberi che garantiscono ombra e fresco. La scelta di aprire in un angolo decentrato, guardando proprio al flusso di via Flavia, vede tra i pionieri Paolo Fontanot, che in Strada della Rosandra, davanti al suo laboratorio, nel 2016 ha aperto un punto vendita del Pane quotidiano. Scommessa che molti avevano trovato azzardata e che invece ha trasformato quel punto della città, non ricco di luoghi dove fare la pausa pranzo, in uno dei riferimenti di ritrovo dei triestini.
Zona ricca di trasformazioni
«Quella zona negli ultimi anni ha registrato insediamenti industriali e economici importati – constata l’assessore alle Politiche economiche Serena Tonel – con un indotto che, a cascata, ricade sulle attività commerciali. Questo testimonia come la vivacità economica che Trieste sta vivendo non riguardi solo il centro».
Di fronte al timore di alcuni che l’arteria si trasformi in quello che, ad esempio, a Udine è rappresentato da viale Tricesimo, cioè una strada piena di centri commerciali impersonali, Tonel esclude il rischio perché «il piano del commercio non prevede ulteriori zone per la grande distribuzione. Può essere che arrivi qualche altra iniziativa commerciale, ma non di dimensioni tali da snaturare l’area e stravolgere l’equilibrio urbanistico».
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