Il rigassificatore di Veglia sarà un impianto off shore
Sorgerà nella baia di Sepen al largo di Castelmuschio. Lavori previsti nel 2018 Già partite le trivellazioni che proseguiranno fino al 25 settembre

VEGLIA. Il rigassificatore di Veglia si farà, ma non sarà operativo sulla terraferma bensì in mare. L’altro ieri sono cominciate nell’insenatura Sepen, a poca distanza da Castelmuschio (Omišalj in croato), le prospezioni del sottosuolo marino quale fase preliminare per il collocamento dell’impianto offshore, fortemente voluto dallo Stato croato e dai suoi Paesi alleati. Le ricerche proseguiranno fino al 25 settembre, eseguite dall’azienda croata Geokon.
«Le trivellazioni sono necessarie per capire cosa abbiamo sotto il mare – ha dichiarato Goran Frančić, direttore dell’impresa LNG Croazia, a cui è stato affidato il progetto – prospezioni erano state effettuate diversi anni fa, ma poi il governo croato ha virato verso il terminal offshore e sono state necessarie ulteriori ricerche. L’insenatura Sepen è stata scelta per ospitare l’impianto in quanto garantisce condizioni favorevoli sotto vari aspetti. L’incognita è rappresentata dal sottosuolo e dobbiamo accertare che non ci siano caverne o zone instabili, che potrebbero mettere a rischio il progetto. Nell’insenatura saranno posizionati il relativo scalo e la nave FSRU quale rigassificatore galleggiante». All’LNG Croazia hanno confermato che il terminal metanifero offshore avrà una capacità di movimentazione annua di circa 2 miliardi e mezzo di metri cubi di gas. Verrà a costare chiavi in mano sui 360 milioni di euro, di cui 103 milioni arriveranno a fondo perduto dall’Unione europea, che ha voluto sostenere finanziariamente questo progetto ritenuto molto importante per la Croazia e anche per gli Stati Uniti.
Questi ultimi vogliono esportare gas in Europa, sottraendola parzialmente dall’influenza russa in questo comparto. Se tutto filerà liscio nei preparativi e nei concorsi, nel maggio 2018 potrebbe essere rilasciata la licenza edile. Subito dopo potrà essere dato il via ai lavori di approntamento del rigassificatore che – stando alle ottimistiche previsioni di LNG Croazia – potrebbe entrare in funzione nel 2019. Secondo gli esperti, sarà difficile portare a termine il progetto in due anni, anche perché non è stato ancora deciso se la nave rigassificatore sarà costruita ex novo oppure si provvederà all’acquisto di un’unità di seconda mano. Inoltre si dovranno individuare gli acquirenti di metano, naturalmente sul mercato internazionale, poiché i consumi in Croazia non sono bastevoli a rendere conveniente il rigassificatore isolano. Restando in tema, la presidente della Repubblica, Kolinda Grabar Kitarović, ha esposto al premier australiano Malcolm Turnbull la lista di 150 progetti croati pronti ad essere sostenuti da finanziamenti d’oltreconfine.
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