«Il ricovero in Rsa è gratuito per 60 giorni e non solo per 30»

Trani (Tribunale del malato): «Siamo corsi in aiuto di un paziente goriziano che avrebbe dovuto pagare 2 mila euro ma c’è una legge da molti ignorata»



«Nel 2019 abbiamo seguito 19 casi. Meno dell’anno precedente. Ma si è trattato di problematiche tutte di una certa consistenza e di un notevole peso specifico. Senza contare la marea di domande, richieste, chiarimenti, cui siamo stati sottoposti».

Il Tribunale del malato è diventato, ormai, un solido punto di riferimento per il cittadino A Gorizia, il servizio è ospitato in via Duca d’Aosta 111 e gli uffici sono aperti al giovedì dalle 16.30 alle 17.30 e al venerdì dalle 10 alle 11.

Fra i casi affrontati con successo, il presidente del Tdm Sergio Trani racconta la vicenda che ha visto protagonista (suo malgrado) un goriziano. Che si era visto richiedere il pagamento della retta alla scadenza della degenza in Rsa. Degenza determinata da un’infezione che si era originata al femore. «C’è stato anche un rimpallo fra Ortopedia e Rsa che hanno finito con il prolungare la sua permanenza al San Giovanni di Dio. Ad un certo punto - racconta Trani - gli è arrivata la richiesta di pagare più di duemila euro perché era rimasto nella Residenza sanitaria assistenziale per più di trenta giorni. Per lui, è stata una doccia fredda».

A quel punto, sollecitato sulla questione, è entrato in azione il Tribunale del malato di Gorizia che ha “scovato” quanto disposto dal Dgr 2151 del 2015 «che, evidentemente, da molti viene ignorato». Cosa recita il provvedimento? Che i ricoveri in Rsa «sono classificati - specifica Trani - in tre tipologie assistenziali: livello di assistenza di base; livello di assistenza medio e livello di assistenza riabilitativo. Ad ognuno di tali livelli viene attribuita una tariffa per il rimborso delle prestazioni rese al privato accreditato, nonché una soglia di appropriatezza della durata del ricovero stesso pari a 30 giorni per il livello base medio e pari a 40 per quello riabilitativo». Ma è il passaggio successivo quello decisivo. «Rispetto alla gratuità del ricovero nonché alle eventuali quote di co-partecipazione, si precisa che il ricovero - aggiunge il numero uno del Tdm - è gratuito per i trattamenti estensivi, di norma non superiori ai 60 giorni in base alle condizioni dell’assistito che sono oggetto di specifica valutazione multidimensionale da effettuarsi secondo quanto previsto dall’articolo 30, comma 1, del Dcpm del 12 gennaio 2017».

Da qui, la svolta. Perché l’ospite necessitava di ulteriori trattamenti estensivi per motivi clinici-riabilitativi, nonché per il completamento del programma di cure e, pertanto, il ricovero poteva anzi doveva essere gratuito per un periodo non superiore ai due mesi.

Trattandosi di una permanenza di una quarantina di giorni, il Tribunale del malato è riuscito a far sì che al paziente venisse stornata la somma di oltre 2 mila euro che gli era stata richiesta. «È un piccolo, grande successo», sottolinea soddisfatto Trani. Che conclude: «Fra le segnalazioni, assistiamo a un’importante riduzione delle lamentele per il comportamento di certo personale medico e infermieristico. Significa che è molto migliorato il clima e le problematiche comportamentali non sono più così all’ordine del giorno, come capitava prima». —



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