Il ricorso sui binari del tram respinto dal Consiglio di Stato
Scampato pericolo per il tram di Opicina: ieri il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso di un’azienda che non era stata invitata alla gara d’appalto per i binari, scongiurando così il rischio di un nuovo stop tecnico ai lavori.
La vicenda è nota: nel novembre scorso la Se.Ge.Co., ditta che non era stata invitata alla gara per l’appalto di sostituzione di traversine e binari, ricorre al Tar, ottenendo anche un rinvio dell’apertura delle buste al mese successivo.
Da subito il Comune ritiene di aver seguito in modo inappuntabile le procedure imposte dalle norme, avendo invitato 15 altre aziende a partecipare. Il tribunale amministrativo regionale in effetti dà ragione a palazzo Cheba, rigettando il ricorso.
Il sollievo dura poco. Nei primi giorni di gennaio la trafila si rinnova, quando arriva la notizia del nuovo ricorso di Se.Ge.Co. al Consiglio di Stato, volto a ribaltare la decisione del tribunale regionale.
Gli uffici comunali e gli amministratori sono comunque cautamente ottimisti: in attesa di esprimersi, infatti, il massimo organo nazionale di consulenza giuridico-amministrativa non ha imposto sospensive. Un segnale che lascia presagire un lieto fine per le carrozze biancoblu.
Il lieto fine arriva puntualmente ieri, sotto forma di dispositivo del Consiglio di Stato. «Vista la domanda di sospensione - scrivono i giudici romani - dell’efficacia della sentenza del Tribunale amministrativo regionale di reiezione del ricorso di primo grado, presentata in via incidentale dalla parte appellante (ovvero Se.Ge.Co.)» il tribunale giunge alla conclusione «che non sussista il necessario fumus boni iuris dell’appello, né in relazione alla decisione della stazione appaltante di procedere alla suddivisione in lotti dell’appalto, per le ragioni di urgenza bene messe in luce dalla sentenza appellata, né in relazione al mancato invito dell’appellante alla procedura». Il Consiglio di Stato respinge quindi il ricorso di Se.Ge.Co. e impone la compensazione delle spese.
Viene superato così, quindi, l’ennesimo ostacolo nella già difficoltosa corsa per la ripartenza del tram. Soddisfatto il sindaco Roberto Dipiazza: «Noi non temiamo ricorsi perché facciamo tutto secondo le regole, e anche la decisione del Consiglio di Stato lo conferma».
Quando ripartirà il tram? Se la giunta si mantiene prudente sulla tempistica, il 2020 sembra essere l’anno buono. I lavori di riqualificazione dovrebbero durare quattro mesi, a cui si aggiungerà un mese abbondante per i collaudi. Essendo venuta meno la spada di Damocle dei ricorsi, a questo punto è probabile la partenza del cantiere in febbraio. La linea potrebbe quindi tornare operativa fra l’estate e l’autunno dell’anno in corso. —
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