Il ricordo dei vicini «Mauro era un uomo cortese e gentile»
«Gentile, cortese e con il sorriso». Una vicina di casa della vittima, la signora che abita al pian terreno, ricorda Mauro Vazzano con la voce commossa. «Mauretto mio...», dice passando una mano su una foto del quarantaquattrenne. «Te ieri sempre cussì cocolo...».
Non si sa molto della vita di Vazzano, né se avesse un lavoro fisso. I residenti di via Santi ogni tanto lo vedevano fuori di casa, quando si fermava nei pressi del portone per fumare una sigaretta prima di entrare.
Il quarantaquattrenne viveva in un alloggio Ater del terzo piano del civico numero 7, che da circa un anno condivideva assieme a Luciano Tarlao, il novantenne sospettato dell’omicidio.
I due, come emerso, non sono parenti: perché quindi abitavano assieme? Qual era il loro legame? «Forse stavano nello stesso appartamento perché in questo modo facevano a metà con le spese - osserva un’altra vicina...così potevano risparmiare un po’ di soldi». Non si sa. Su questo ci sono solo congetture.
Non si esclude che la vittima sub-affittasse l’appartamento o che, più semplicemente, avesse accolto in casa l’anziano, visibilmente trasandato, che spesso qui in rione si vedeva maneggiare nei cassonetti delle immondizie. Un gesto di solidarietà o un guadagno? Chissà.
Appare ormai certo però che i due non andassero molto d’accordo. I litigi, a sentire gli altri inquilini dello stabile, erano frequenti. L’ultimo risalirebbe proprio a un giorno prima della notte dell’omicidio. «Sì - ha dichiarato una vicina - ho sentito urlare...». Poi, nel sonno, le coltellate fatali. E quel cadavere rimasto per giorni in stanza da letto, con Tarlao che dormiva nella camera a fianco». —
G.S.
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