Il richiamo alla «fratellanza» nel Natale serbo ortodosso - Foto

Padre Radovic: «Condivisione e aiuto reciproco sono valori fondamentali in un mondo dove prevalgono egoismo e paura». Oggi i riti dedicati a Maria
Silvano Trieste 2019-01-07 Preghiere nel giorno di Natale della Comunita' Serbo-Ortodossa
Silvano Trieste 2019-01-07 Preghiere nel giorno di Natale della Comunita' Serbo-Ortodossa

TRIESTE È stato un grande messaggio di pace quello che ha voluto diffondere ieri, in occasione del Natale della chiesa serbo ortodossa, il parroco del tempio di via San Spiridione, Rasko Radovic. Com’è noto, la chiesa serbo ortodossa segue il calendario giuliano, sfasato rispetto a quello gregoriano, in uso nella chiesa cattolica.



Ai fedeli serbi, russi e bulgari della città, che compongono la grande maggioranza della comunità di culto serbo ortodosso di Trieste e che si sono raccolti in preghiera nella loro chiesa, il cui pavimento nei giorni del Natale viene cosparso di paglia mentre sono accese tutte le candele, per ricordare la grotta di Betlemme nella quale nacque Gesù, padre Radovic ha ricordato che «la discesa di Dio sulla terra è un simbolo della volontà di portare la pace nel mondo, soprattutto oggi. Viviamo in una società nella quale prevalgono la paura e l’egoismo esasperato – ha aggiunto – perciò bisogna cercare di diffondere un segno di speranza, sottolineare che il valore della condivisione, della fratellanza, dell’aiuto reciproco sono fondamentali».

Padre Radovic, che in mattinata ha celebrato la solenne funzione natalizia, ha poi detto che «nel volto di ogni uomo si può ritrovare il bene, perché siamo tutti fratelli. Non esistono nell’umanità divisioni di alcun tipo, siamo tutti uguali indipendentemente dal colore della pelle, dal credo religioso, dalla cultura e dall’età. Ogni buon cristiano – ha proseguito – deve cercare di diffondere i valori universali dell’amore per il prossimo».

Il parroco della chiesa di San Spiridione ha poi voluto accennare al fatto che «la comunità serbo ortodossa di Trieste è ben inserita nel tessuto della città. Apprezziamo molto la disponibilità con la quale i triestini hanno accolto e accolgono noi e tutti coloro che arrivano da fuori – ha continuato – e che ci permette di considerare questa città la nostra seconda patria. In questo contesto, è più facile anche abituarsi al perdono, esigenza importantissima per tutti i cristiani e che va interpretata come il bisogno di essere buoni davanti a Dio. Nelle terre balcaniche – ha proseguito padre Radovic – abbiamo dovuto assistere a situazioni drammatiche, ma proprio per questo dobbiamo impegnarci a diffondere la speranza in un mondo migliore, partendo dalla grande considerazione che dobbiamo attribuire alla famiglia, che si può definire una piccola chiesa». Seguendo la tradizione della liturgia serbo ortodossa, oggi, seconda delle tre giornate del Natale, i riti saranno dedicati a Maria. Nella chiesa di via San Spiridione sarà celebrata una solenne funzione, con inizio alle 9. Domani infine, giornata di Santo Stefano, con gli ultimi riti natalizi. —


 

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