Il riassetto di Intesa: accelera la fusione della Cassa del Fvg

L’operazione dovrebbe avvenire entro la prossima primavera e coinvolge 88 sedi e un migliaio di addetti  
Carlo Messina, direttore generale di Intesa San Paolo, durante l'Assemblea di Confindustria a Roma, 24 maggio 2017. ANSA / LUIGI MISTRULLI
Carlo Messina, direttore generale di Intesa San Paolo, durante l'Assemblea di Confindustria a Roma, 24 maggio 2017. ANSA / LUIGI MISTRULLI

MILANO. La riorganizzazione della Banca dei Territori, che concentra l'attività commerciale domestica del gruppo Intesa Sanpaolo, arriva a coinvolgere il Friuli Venezia Giulia. Nella primavera del 2018 la Cassa di risparmio Fvg sarà incorporata nella capogruppo nell’ambito di un processo di semplificazione della struttura, che è partito due anni e mezzo fa. Le banche locali sono già passate da 17 a otto e restano ancora due accorpamenti da compiere, uno dei quali dovrebbe essere proprio la Cassa regionale, che in un primo momento sembrava avviata a mantenere l’autonomia, date le specificità del territorio, e invece ora è avviata verso la sparizione. Voci di mercato indicano una tempistica ristretta, con la possibilità di completare l’operazione entro fine anno, ma è più probabile che si scavalli a marzo-aprile del 2018, dopo il nuovo piano industriale al quale sta lavorando il ceo Carlo Messina.

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Detto che il processo di semplificazione dei marchi è un trend che va consolidandosi in tutto il mercato italiano, quello che interessa al territorio è l’impatto in termini di posti di lavoro e ricchezza. CariFvg, che ha sede legale a Gorizia, conta 88 sedi e un migliaio di addetti, destinati a confluire nella capogruppo. Con la conseguenza che in regione verranno meno le quote di trasferimenti sulle imposte pagate dalla società (2,8 milioni di euro secondo il bilancio 2016), e in prospettiva l’indotto che la presenza di una realtà così importante genera in termini di servizi o di acquisti che fa in loco. Non sono invece attese ricadute in termini di posti di lavoro. Anche perché il gruppo ha da poco raggiunto un accordo con i sindacati per 3mila uscite volontarie, che si aggiungono alle mille già pianificate nel perimetro delle ex banche venete, portando a 4mila gli esodi complessivi dalla prima banca del Paese, decisi dopo l’acquisizione della parte sana di Veneto Banca e Popolare di Vicenza.


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Silvano Trieste 26/07/2017 Piazza della Borsa, Cassa di Risparmio del FVG


Le uscite avvengono con adesione volontaria al fondo di solidarietà di settore e riguardano il personale dipendente di tutte le società che fanno capo a Ca’ de Sass. I lavoratori che matureranno il requisito pensionistico entro il 31 dicembre 2023 potranno aderire all’offerta entro il 13 novembre 2017. Sono previste le seguenti finestre: 31 dicembre 2017, 30 aprile 2018, 30 giugno 2018, 31 dicembre 2018 e 30 giugno 2019. Al momento non è dato sapere quanti saranno i bancari del territorio con i requisiti e l’interesse a beneficiare della possibilità di uscita anticipata. Di certo c’è che delle 243 filiali che verranno accorpate nei prossimi mesi, solo una (secondo il primo elenco di circa 200 sportelli) ha sede in Friuli Venezia Giulia. Si tratta di quella di San Vito al Torre, ex Popolare di Vicenza, che sarà accorpata dalla sede di Aiello del Friuli. In ballo ce ne sarebbero altre 50 ancora in corso di valutazione.

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