Il “re del cromo” progetta in Adriatico centrali eoliche

Koncar esporrà lunedì a Zagabria il suo progetto al ministro dell’Economia. Pronto per l’idea un consorzio di aziende

 

FIUME

L’ultima idea del re del cromo, il magnate industriale croato Danko Koncar, è di approntare centrali eoliche marittime nelle acque croate dell’Adriatico. Ne parlerà lunedì prossimo a Zagabria dove è previsto l’ incontro concernente l’offerta dei Koncar, padre e figlio, per l’acquisto di tre cantieri navali, il fiumano Tre Maggio, il Kraljevica di Portoré e il Brodotrogir di Traù. La riunione è fissata nella sede del ministero dell’Economia e si è venuto a sapere che Danko Koncar, oltre ad esprimersi sulla privatizzazione dei tre stabilimenti, esporrà agli interlocutori governativi i progetti per realizzare impianti eolici off–shore. «Mio padre – è quanto dichiarato da Nenad Koncar, titolare dell’azienda Jadranska ulaganja – vorrebbe creare un consorzio di cui farebbe farte la sua impresa, la Kermas, e altre compagnie europee e croate nel campo dell’energia, interessate ad aderire al progetto delle centrali eoliche. Non escludiamo neanche la possibilità di costruire parchi eolici sulla teraferma, ma in quel caso i cantieri navali non avrebbero ricavi consistenti». Koncar junior ha spiegato che nel caso il progetto venisse realizzato, gli stabilimenti navalmeccanici sarebbero fatti segno di commesse remunerative. Si costruirebbero navi specializzate e molto sofisticate, con il compito in primo luogo di posizionare simili impianti off–shore e quindi adibite alla manutenzione delle centrali. «Del progetto sono stati messi al corrente diversi esponenti dell’esecutivo del premier Milanovic – così Danko Koncar – e dunque lunedì non perderemo molto tempo nello spiegare i suoi contenuti. La Croazia ha vento a volontà e finora non è stata costruita nemmeno una centrale marittima». Il titolare di Jadranska ulaganja non ha voluto parlare di cifre, ma ufficiosamente si è venuto a sapere che il progetto dei due Koncar prevederebbe investimenti per circa 2 miliardi e mezzo di euro, con le strutture che avrebbero una potenza installata di 1000 megawatt. Tornando ai tre suddetti cantieri, Nenad Koncar ha espresso dei dubbi in quanto negli ultimi due anni hanno generato ulteriori perdite, il cui risanamento – questa la regola fisasta dal governo croato – andrà a carico del nuovo proprietario.

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