Il re degli scacchi chiede il passaporto croato

Kasparov, strenuo oppositore di Putin, fa domanda a Zagabria. Da anni passa le vacanze a Makarska
Di Stefano Giantin

BELGRADO. Garry Kimovich Kasparov, nato a Baku il 13 aprile 1963, Grande Maestro e campione del mondo di scacchi, di passaporto russo. E magari anche croato. Potrebbe presto cambiare, con l’aggiunta della cittadinanza del 28esimo membro Ue, la biografia di colui che è considerato fra i massimi scacchisti di tutti i tempi, oltre che strenuo oppositore di Vladimir Putin. Kasparov avrebbe infatti presentato richiesta alle autorità di Zagabria per ricevere il passaporto croato. «E molto probabilmente» lo scacchista-attivista politico, che «da anni trascorre l’estate a Makarska» sulla costa dalmata, lo otterrà, ha svelato il quotidiano “Slobodna Dalmacija”.

Contattato attraverso Facebook, oltre che via email, Kasparov non ha confermato ieri la veridicità della notizia. Notizia che, tuttavia, appare credibile. Nel novembre scorso, Kasparov, che vive ormai permanentemente fuori dalla Russia per timore di essere arrestato, aveva presentato una richiesta simile alle autorità politiche di Riga. La cittadinanza della Lettonia, aveva scritto allora in una lettera aperta l’acerrimo critico del Cremlino, avrebbe la stessa valenza di un salvacondotto per «lavorare in Russia e in altre nazioni, dove i diritti civili sono negati e dove le norme democratiche vengono calpestate». Doppia cittadinanza – Kasparov aveva precisato di voler mantenere il passaporto russo -, che gli sarebbe dovuta in virtù delle origini di una delle sue ex mogli e madre di uno dei suoi figli e per il fatto di aver vinto un importante match di scacchi proprio a Riga, nel 1977. Ma quella richiesta era caduta nel vuoto. Troppo delicata la posizione della Lettonia davanti al gigante russo per rischiare una mini-guerra fredda a causa di Kasparov. Andranno diversamente le cose con Zagabria? Possibile. Certo è che Kasparov è quasi di casa, in Croazia. «Ho ricevuto una visita dalla leggenda degli scacchi Kasparov», che durante la guerra d’indipendenza «ha dato un grande sostegno morale alla Croazia». E «ho giocato una partita a scacchi con lui, resistendo per 33 mosse», ha raccontato a fine gennaio via Facebook il presidente croato, Ivo Josipovi„.

E poi c’è il “tentativo” del 2012, quando Kasparov aveva domandato al Hrvatski Sahovski Savez (Hss) di essere il delegato di Zagabria al congresso della Federazione scacchistica internazionale (Fide). «Meglio un croato», aveva però chiuso le porte Zlatko Mateša, presidente del Comitato olimpico di Zagabria, anticipando il “no” della Hss. «Hanno vinto certe influenze straniere», moscovite, aveva osservato seccato Kasparov. Ma alla Fide, Kasparov potrebbe approdarci per altre vie. È infatti in pole position per diventarne il prossimo presidente. Obiettivo, nella partita a scacchi iniziata tesa e già senza esclusione di colpi, spodestare il controverso numero uno attuale, il politico-tycoon calmucco Kirsan Ilyumzhinov, “sponsorizzato” dal Cremlino.

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