Il rampollo dei Lovat sposo a Neresine
TRIESTE. Il 4 ottobre prossimo Nicolò Lovat arriverà a Neresine, nell'isola di Lussino, per sposare la sua Sandra nello stesso paese dove 81 anni prima c'erano state le festose nozze d'oro dei bisnonni Marco Bracco e Antonia Canali, solennemente celebrate nell'antica chiesa della Madonna della Salute. In quell'occasione il francescano professor Massimo Diconzi, superiore del Convento dei Frati Minori Osservanti, aveva tenuto di fronte alle autorità e all'intero paese un'applaudita omelia, rievocando la storia della famiglia Bracco e le tante vicende vissute dai festeggiati.
È stata la precisa volontà degli sposi tornare nel paese nel quale c'è ancora la casa avita e da cui il bisnonno Marco, ardimentoso capitano di mare, era dovuto fuggire con la sua famiglia dopo l'attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914, col primogenito Elio imprigionato per alto tradimento, solo perché si dichiarava italiano. Terminata la grande guerra Marco, che aveva allora 65 anni, potè tornare a Neresine con la moglie e i 12 figli viventi (Eugenio, il quinto figlio era morto in guerra e l'ultimo, Lino, era deceduto ancora in fasce) e fu subito scelto dai suoi concittadini come capo della comunità. Nel 1933 Marco aveva ottant'anni e la festa per le nozze d'oro vide convergere a Neresine dalle diverse città d'Italia undici figli con le loro famiglie, parenti dall'Istria e dall'Italia e molte autorità, dal momento che cinque figli erano capitani di nave e alcuni imparentati con alte personalità anche del Parlamento italiano.
Nicolò Lovat, il novello sposo, vive a Treviso e lavora nelle due grandi librerie di famiglia a Trieste e a Villorba di Treviso e ci ha così illustrato la decisione di sposarsi a Neresine. «Ho scelto di celebrare il matrimonio, in pieno accordo con Sandra, fin qui vissuta con la sua famiglia in Olanda, a Neresine non solo per sottolineare il forte rapporto che lega da sempre la nostra famiglia a questa suggestiva località dell'isola di Lussino, origine di un ramo della mia famiglia, ma perché qui ci torno da quand'ero bambino, il luogo mi piace e vi trascorro momenti molto sereni. L'Istria e il Quarnaro poi sono molto vicini, anche culturalmente, al Veneto e in queste isole arrivano ogni estate molti nostri concittadini e si respira ovunque una bella aria di casa».
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