Il raduno CasaPound arriva in Parlamento. E la Diocesi accusa: «Così città spaccata»

TRIESTE Il corteo nazionale di CasaPound in programma domani a Trieste “arriva” anche in Parlamento. I deputati di Leu, con un’interrogazione che vede come primo firmatario Nicola Fratoianni, chiedono che «il governo riveda le decisioni assunte finora e impedisca il corteo dei neofascisti». Fratoianni scrive: «Per noi le organizzazioni che si richiamano apertamente al fascismo come CasaPound, per le idee che diffondono, i metodi che utilizzano, che fanno dell’intolleranza e della discriminazione i propri princìpi, non possono poter svolgere manifestazioni pubbliche». Fratoianni chiede «quali iniziative urgenti intenda assumere il governo, anche attraverso precise indicazioni alla prefettura, per evitare lo svolgimento del corteo di CasaPound».
Intanto, a poche ore dall’avvio dei due cortei che domani a partire dalle 15 attraverseranno la città – CasaPound da Largo Riborgo per arrivare in Largo Giardino mentre il corteo della Rete antifascista prenderà il via da Campo San Giacomo e raggiungerà piazza Goldoni –, ritorna sulla vicenda monsignor Ettore Malnati, vicario episcopale della Diocesi di Trieste. «Io e anche i rappresentanti delle altre religioni – afferma – abbiamo dato per tempo l’opportunità al prefetto di riconsiderare la data per questa manifestazione. In questo modo si è sottratta la città ai cittadini. La festa di San Giusto è diventata nel tempo un qualcosa che mette in comune le varie anime della città, per decenni abbiamo lavorato in tal senso tra le varie confessioni, le varie religioni: uno sforzo che è stato riconosciuto da tutti. Ora, con questa decisione – valuta Malnati –, tutto il lavoro fatto viene annullato, la città è spaccata, questo a mio avviso dimostra poca avvedutezza nei confronti della delicatezza che vi è in questa città dove ci sono stati due calvari, la Risiera e le Foibe, su certi temi».
Malnati considera un altro aspetto: «È vero che CasaPound è un partito, però se noi analizziamo la Costituzione e guardiamo l’anima di questo movimento, ci accorgiamo che c’è un richiamo anticostituzionale. Questo aspetto andava valutato. Far sfilare queste persone dove c’è stato l’unico campo di sterminio in Italia, dove sono state dichiarate le leggi razziali, significa violentare il sacrificio di questa città, non era opportuno. Invece ci si è trincerati dietro il discorso della democrazia. Ma la democrazia – sottolinea Malnati – non è chiudere gli occhi davanti a tutto, è prendere delle decisioni, tutelare i doveri e i diritti anche nei confronti di luoghi e di memorie».
Ormai la decisione è presa. «I politici si sono svegliati tardi – dichiara Malnati –, io più di un mese fa avevo stigmatizzato questa iniziativa, prevedendo che se si lasciava fare il corteo a questi certamente gli altri non sarebbero stati fermi, così nel giorno del patrono vedremo sfilare due cortei, con una città blindata, rubata ai suoi cittadini. Questo non voler tornare indietro del prefetto, sa poco di democrazia e molto di diktat. “Mutare consiglio è segno di saggezza”, dice la Bibbia. Lei non ha voluto mutare consiglio».
Il prefetto Annapaola Porzio, contattata, ha dichiarato: «Non intendo replicare. Sono serena». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo