Il racconto dell’estate. L’ultima puntata

Tra le ombre del passato la chiave del mistero che riunisce la famiglia
Lasorte Trieste 28/07/13 - Barcola, Casa delle Cipolle
Lasorte Trieste 28/07/13 - Barcola, Casa delle Cipolle

di MARCO BELLEZZA

A Carlo basta un istante per capire cosa fare.

Corre verso la porta d’ingresso, la spalanca, attraversa veloce il giardino buio e si ritrova in strada: l’uomo misterioso è lì, dall’altra parte, proprio sotto gli alberi della pineta, immobile, che lo fissa.

Intanto tra loro solo macchine che sfrecciano lungo la carreggiata.

Non si rende conto che Giacomo è al suo fianco che gli sussurra: «E’ la tua battaglia, non la mia, scusami...» e se ne va a piedi, con passo lento, verso la città.

Il “rapitore”, come lo vede nella sua mente Carlo, gli sorride. È alto, indubbiamente un bell’uomo, con un fascino quasi d’oltralpe, capelli biondi, sguardo ammiccante… quasi come quello di Aurora… Aurora… «Quel maledetto ha mia moglie» continua a ripetersi Carlo.

E in quel momento, parte.

L’uomo inizia a correre, e Carlo lo segue.

Si trovano sui due marciapiedi opposti. Mentre corrono a più non posso, si guardano.

Carlo si rende conto di quanto poco sia allenato. Dopo duecento, forse duecentocinquanta metri, sta rallentando. Dopo una decina di secondi, si sta quasi fermando.

«Ecco, l’ho persa di nuovo» pensa mentre non riesce quasi più a respirare, convinto che il bastardo continuerà la sua corsa per sfuggirgli.

Invece accade l’imprevisto.

L’uomo, vedendo che il medico si sta fermando, si blocca. Si ripresenta la stessa scena di pochi minuti fa: dai due marciapiedi, occhi fissi.

Carlo non capisce. Appoggiando le mani alle ginocchia, esausto, col respiro sempre più affannoso, cerca di penetrare lo sguardo quasi divertito del suo antagonista.

«Perché si comporta così?».

Dopo aver atteso pochi attimi, sente che sta riprendendo le forze. Sta per attraversare la strada, quando nota una figura precipitarsi contro l’uomo.

«Rodolfo!» urla a squarciagola Carlo.

Ma il figlio non lo ascolta minimamente. Si scaraventa contro lo sconosciuto, che si accorge di lui solo quando ormai ce l’ha addosso, con tanta forza da farli finire entrambi a terra.

La colluttazione dura poco, finché Carlo arriva per separarli.

Dietro a loro, Caterina, terrorizzata.

Rodolfo viene preso da suo padre per le spalle, e lo spinge ad un paio di metri di distanza. «Non ero tornato in camera, papà, ho ascoltato tutto, e quando sei uscito, ho chiamato Caterina per avvisarla: ho visto che lo inseguivi, e ti volevo aiutare...»

La ragazza è pallida come uno straccio «Papà che sta succedendo?» Carlo solo la guarda, senza sapere cosa rispondere. Intanto l’uomo resta a terra, tranquillo, ad osservare la scena: gli occhi passano prima da Rodolfo, poi a Caterina, infine si fermano su Carlo. Allora tutti lo fissano.

A quel punto, scoppia in una fragorosissima risata, che spiazza i presenti.

Non smettendo di ridere, si rialza lentamente, in modo svogliato.

Una volta in piedi, respira lungamente e a fondo, come per calmare il suo divertimento.

Carlo si getta contro di lui: lo trascina fino a sbatterlo contro un albero, ma l’uomo, invece di difendersi, riesplode nelle risate, cosa che fa innervosire ancora di più Carlo, che a quel punto lo colpisce con un pugno in piena faccia.

«Santo cielo, ma è di marmo??!» pensa, notando che lo ha scalfito a mala pena.

Le risate dell’uomo continuano, i pugni di Carlo cercano di colpirlo allo stomaco procurandogli poco più che un solletico, mentre Caterina inizia a piangere nervosamente e a chiamare suo padre, con Rodolfo che la prende per le braccia per farla zittire.

La scena continua in questo modo per alcuni istanti, con gli unici rumori delle risate di uno, dei pugni dell’altro, e dei gemiti della figlia, quando vengono interrotti a causa di una lunga frenata di pneumatici.

Accanto a loro, lungo la carreggiata, si ferma una macchina sportiva nera da cui scende una preoccupatissima Aurora.

I suoi tre familiari restano impietriti.

Lei osserva tutti, poi d’improvviso corre verso i due uomini, mentre Carlo alla vista della consorte sta lasciando andare il suo divertito avversario: li divide, e lascia a dir poco basiti marito e figli nel momento in cui chiede al biondo misterioso: «Stai bene? Niente di rotto?»

«Aurora...» sussurra Carlo non staccandole gli occhi di dosso.

Ma lei si volta mentre Caterina si getta tra le sue braccia. La madre le sorride stringendola «Tesoro mio, scusami se sono scomparsa da casa, oh Rodolfo, scusa anche tu» dice tendendo una mano verso il figlio, che si unisce all’abbraccio.

Si volta verso il marito, con gli occhi fuori dalle orbite per lo stupore.

«Aurora, ma che diavolo è successo? Chi cavolo è quest’uomo? Mi vuoi dire dov’eri, accidenti?» Il tono di voce si alza sempre di più, mentre il misterioso rapitore con fare indifferente si mette a posto la maglietta scura appena stropicciata dai pugni di Carlo.

Aurora sta ancora coccolando i figli, in special modo Caterina che non riesce a trattenere le lacrime. Anche lei le chiede «Mamma, ma cos’è successo? Dove sei stata?» La donna le bacia la fronte, e scostandosi di pochi passi da lei e da Rodolfo che le stava ancora tenendo la mano, cerca di spiegarsi col marito, quindi inizia a parlare, con tono colpevole «Carlo, caro, non arrabbiarti. So di avervi fatto preoccupare, sparendo per due giorni, ma era una cosa che dovevo fare. Cerca di capirmi: in tutti questi anni non ti ho mai dato motivo per dubitare di me, se ti dico che va tutto bene, devi credermi».

«Va tutto bene? Ma che dici? Sei sparita per giorni! I ragazzi erano senza madre per due giorni, senza sapere che ti era capitato! E ora ripiombi qui, in piena notte, con questo idiota che mi gioca scherzi!». Aurora respira a fondo, e continua «Carlo, dovevo allontanarmi assieme a lui per capire ciò che era successo, per capire ciò che è successo tre mesi fa a mia madre, Carlo!».

Carlo le si avvicina e la prende per le spalle, fissandola intensamente negli occhi, ora visibilmente preoccupato «Oddio Aurora, tu stai delirando. Cara, non so cosa ti è successo in questi giorni, non so cosa ti ha detto, o cosa ti può aver somministrato questo bastardo per farti parlare in questo modo, ma ti assicuro che ti aiuterò in tutti i modi possibili. Ora io e te, assieme ai ragazzi, torneremo subito a casa, vedrai. Andrà tutto bene, cara. Ti ha fatto il lavaggio del cervello, questo maledetto...».

«Ma Carlo, che dici?» «Aurora, tu stai delirando. Tua madre sta bene, è a casa sua, a Milano...».

«No, Carlo, ora ho scoperto la verità su di me. Ed è grazie a lui», confessa la donna indicando l’uomo, che la sta guardando con occhi gentili.

«Ma Aurora, che diavolo dici? Insomma, che è questo?»

«È tutto a posto, Carlo, te l’ho detto. Lui è mio fratello».

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