Il questore Ostuni sugli agenti uccisi a Trieste: «Quel tragico 4 ottobre è una ferita ancora aperta »

Pietro Ostuni, questore di Trieste dal 2022, allora era questore di Piacenza. Ecco le sue parole a pochi giorni dal quinto anniversario della morte dei due agenti

Laura Tonero
Il questore Pietro Ostuni
Il questore Pietro Ostuni

Chi, dopo quel tragico 4 ottobre del 2019, è arrivato a guidare la Questura di Trieste sapeva di dover fare i conti con quel dolore. Perché da allora, a Trieste, per la Polizia non è più la stessa cosa. È stata messa a nudo la fragilità, non degli uomini, ma del sistema. Pietro Ostuni, questore di Trieste dal 2022, allora era questore di Piacenza. Queste le sue parole a pochi giorni dall’anniversario della morte dei due agenti.

«Quel giorno ho appreso la notizia dalle agenzie e dai messaggi di diversi colleghi. In quel momento ho pensato a Matteo e Pierluigi, al loro sacrificio estremo e all’indescrivibile dolore dei familiari e dei colleghi di Trieste a cui era toccato vivere questo accadimento, senza dubbio tra i più drammatici della nostra storia che comunque ha visto cadere tanti colleghi. Dopo un po’, affacciato dalla finestra del mio ufficio, ho visto arrivare sotto la Questura i mezzi con i lampeggianti accessi dei tutte le forze dell’ordine, dell’Esercito, del 118, della Croce rossa che spontaneamente erano venuti a esprimere solidarietà, che ci ha confortato. Allora non potevo immaginare che dopo neanche tre anni avrei assunto le funzioni di Questore proprio a Trieste.

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Il 22 aprile del 2022, giorno del mio insediamento, rendendo omaggio ai caduti, ho avvertito una forte sensazione e un brivido nel leggere i nomi di Matteo e Pierluigi. Il giorno seguente ho incontrato i colleghi che più da vicino avevano vissuto quei momenti tragici e mi sono reso conto di quanto vivo era il loro dolore e il loro ricordo. Matteo e Pierluigi vivono con noi tutti i giorni. Da questore mi rendo conto di come quella bruttissima pagina abbia segnato noi poliziotti e Trieste. Le vicende successive, molto travagliate, sono segnate da ulteriore dolore e non posso immaginare quanto sia tuttora aperta la ferita dei familiari di Matteo e Pierluigi. —

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