«Il prossimo obiettivo? Avviare i traffici ro-ro, container e merci varie entro fine primavera»
«Precisione prima della velocità». Hhla vuole studiare le potenzialità di Trieste, prima di esporsi su tempistiche e impegno finanziario. La ceo del Porto di Amburgo Angela Titzrath fa allora del motto tedesco il suo mantra ed evita di creare illusioni. Hhla è sbarcata a Trieste con l’intento di sviluppare il Molo VIII e la manager evidenzia le ragioni della scelta adriatica, ma schiva ogni domanda sul tema. Si parte dalla Piattaforma e lo sviluppo arriverà «step by step», come dice più volte nella sua intervista a Il Piccolo.
Che negoziato è stato?
In Germania diciamo “precisione prima della velocità”. Abbiamo preso tempo per arrivare a una visione comune da cui partire. La pandemia non ci ha aiutato, ma è un segnale di fiducia essere riusciti a trovare nelle circostanze peggiori le idee migliori per sviluppare Trieste.
La preoccupa la pronuncia di Roma sul golden power?
No, lo spirito della nuova società è improntato allo sviluppo del territorio e vogliamo fare questo a vantaggio dell’Italia. Siamo europei e condividiamo obiettivi e sistema di valori.
Perché un gigante del Nord vuole un accesso da Sud all’Europa centrale?
L’area mediterranea si sta sviluppando velocemente e a Trieste i volumi crescono in modo dinamico: a livello percentuale più dei porti del Nord. Da quando sono entrata nella compagnia, osserviamo con attenzione cosa accade a Trieste.
Che potenzialità vede?
È il porto più settentrionale del Mediterraneo: un gateway meridionale all’Europa centrorientale, con fondali alti e accessibilità via mare. È lo scalo leader in Italia per trasporti ferroviari, ha un ottimo network di connessioni e trasporti veloci verso l’hinterland, in particolare Austria, Ungheria, Slovacchia e Germania meridionale.
Che volumi si possono generare, quali sono i tempi per il Molo VIII e quanti gli investimenti?
L’ambizione immediata è cominciare a utilizzare la Piattaforma entro il primo quarto del 2021 con ro-ro, container e merci varie. Il terminal ha una capacità di 300 mila Teu all’anno. Valuteremo come aumentarla in base ai volumi raggiunti nel 2025.
Quanto ha pesato nel vostro interesse l’ipotesi del porto franco?
Un fattore non decisivo. Abbiamo sperimentato qualcosa di simile ad Amburgo, senza ricavare grandi vantaggi.
Avete atteso l’accordo sulla Ferriera per chiudere?
No, anche se è stato gradito.
Che rapporti avrete col Molo VII?
Veniamo qui per sviluppare il territorio e avere relazioni franche coi vicini. Lo sviluppo del porto è interesse di tutti e crediamo ci siano prospettive sufficienti per entrambi.
Quanta occupazione potrete creare?
Dipenderà dai traffici. Nei terminal all’estero ci focalizziamo sullo sviluppo della manodopera locale. Il management sarà locale, guidato dalla leadership di Philip Sweens, nostro responsabile per le attività internazionali.
Quale sarà il ruolo di Parisi e Petrucco?
La loro esperienza e il loro radicamento sono un grande valore. Icop sarà importante per la manutenzione del terminal e la sua espansione, Parisi ha esperienza nei traffici e Interporto Bologna è un link importante. Noi offriremo la nostra esperienza nella costruzione e gestione di terminal, secondo strategie efficienti e sostenibili. Plt sarà una società italiana, nomineremo presidente e ceo in accordo coi partner.
Cosa farete per diminuire l’impatto ambientale?
Il porto di Amburgo si trova in città. In dodici anni abbiamo ridotto il Co2 del 38%, che è un risultato enorme.
C’è chi teme che Amburgo voglia controllare un concorrente potenziale e non svilupparlo. Sciocchezze?
Decisamente. Funziona molto bene in Ucraina ed Estonia, funzionerà bene qui.
Cosa pensa della strategia cinese One belt one road? Ci sono accordi possibili con China Merchants?
Non parlerò di accordi ora, ma siamo in ottimi rapporti con loro, come con Cosco, nostro cliente da trent’anni.
Hhla ha possibili interessi nel Porto vecchio?
Abbiamo molta esperienza, essendo impegnati a sviluppare l’immobiliare all’interno del porto vecchio di Amburgo. Saremo contenti di offrire la nostra conoscenza.
Trieste sembrava destinata a capitali cinesi. Quanto ha pesato la geopolitica?
Siamo gente d’affari, non politici. Decidiamo in base alla convenienza economica.
Duisport comprerà quote dell’Interporto. Come sono i rapporti?
Ottimi e l’approccio è sempre stato collaborativo.
Hhla, Duisport e l’oleodotto a servizio della Germania. Trieste può tornare primo porto mediterraneo dell’Europa centrale?
L’ambizione è rafforzare i traffici intermodali verso l’hinterland e ci crediamo molto. —
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